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Ancona

Fabriano, sentenza shock: 9 anni per tentato femminicidio

Il tribunale di Ancona ha emesso una sentenza che segna un capitolo doloroso nella storia di Fabriano: nove anni di reclusione per un uomo di 46 anni, cittadino marocchino, accusato di tentato omicidio aggravato nei confronti della moglie, una donna connazionale di 43 anni.
Il dramma si consumò il 25 agosto 2024, ma le sue radici affondano in un percorso di violenza e controllo che aveva già intrapreso, come dimostrano le accuse di stalking, rapina e tentata violenza sessuale.

La vicenda trascorsa in aula, affrontata con il rito abbreviato, ha messo in luce una escalation di comportamenti aberranti.

Secondo l’accusa, l’uomo, agendo con premeditazione, si è introdotto clandestinamente nella residenza della moglie, sfruttando una copia illegittima delle chiavi.

L’aggressione è iniziata in bagno, dove è stata inferta la prima coltellata al torace.

La donna, in un tentativo disperato di salvarsi, è stata inseguita e ulteriormente aggredita fino alla camera da letto, dove è stato sventato un tentativo di violenza sessuale da parte del figlio della coppia, un intervento cruciale che ha impedito la consumazione di un femminicidio.
L’atto finale di questa barbarie è stato l’utilizzo di una sostanza acida, lanciata sul volto della donna, che l’ha resa quasi cieca da un occhio, lasciando una cicatrice indelebile non solo sul suo corpo, ma anche sulla sua anima.

L’imputato, in stato di detenzione, ha negato le accuse, ma il quadro emerso dalle indagini e dalle testimonianze ha reso evidente la gravità dei suoi gesti.
L’accusa di rapina, contestata per un episodio precedente al tentato omicidio, riguarda il furto di circa 400 euro sottratti con la forza dalla borsa della vittima, in un episodio che l’aveva vista cadere dalle scale.

Le denunce di stalking, presentate dalla donna nel corso del 2024, testimoniano un clima di terrore e controllo psicologico che l’aveva precedentemente condannata.

La decisione del giudice Alberto Pallucchini, pur mitigata dall’applicazione del rito abbreviato, riflette la necessità di condannare severamente un gesto di tale violenza, un atto che trascende la sfera del singolo episodio per inserirsi in un contesto più ampio di violenza di genere.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni, e offriranno un’analisi più approfondita dei fatti e delle ragioni che hanno portato a questa decisione.
Questo caso, purtroppo, riemerge come un monito per una società che deve ancora confrontarsi con la piaga della violenza contro le donne, un fenomeno complesso e radicato che richiede un impegno costante da parte di istituzioni, forze dell’ordine e comunità.

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