Un’ombra di sospetto si è abbattuta sul cuore pulsante del centro urbano di Urbino, culminando nell’arresto di un giovane dipendente di 29 anni, impiegato in un bar-sala scommesse.
L’uomo è accusato di una serie di appropriazioni indebite ai danni del suo datore di lavoro, un’elusiva sottrazione di risorse che si è concretizzata nel furto reiterato di Gratta e Vinci, per un ammontare stimato in diverse migliaia di euro.
La vicenda è giunta all’attenzione delle autorità a seguito della denuncia del titolare del locale, profondamente turbato dalla misteriosa sparizione di consistenti quantità di biglietti preraffredati.
Le prime indagini, condotte con scrupolo metodico, hanno rapidamente escluso la possibilità di un intervento esterno, orientando l’attenzione verso l’ambiente interno e, specificatamente, verso il personale.
Per svelare la verità, i carabinieri hanno deciso di adottare una strategia investigativa mirata, che includeva un’attenta sorveglianza del locale, potenziata dall’installazione discreta di un dispositivo di registrazione video.
Questa scelta investigativa si è rivelata cruciale, poiché ha permesso di immortalare il dipendente, in momenti di assenza dei colleghi, mentre compiva le sue azioni illecite: sottrarre furtivamente i tagliandi e nasconderli all’interno di uno zaino, per poi allontanarsi dal luogo di lavoro.
Le indagini hanno inoltre messo in luce una dinamica particolarmente audace: il dipendente, dopo aver sottratto i biglietti, non si limitava a custodirli, ma procedeva immediatamente a verificarne l’eventuale vincita, auto-riscattando piccoli importi come premio, senza però averne pagato il costo del biglietto stesso.
Questo comportamento, a prima vista apparentemente minore, costituiva una violazione grave e premeditata delle regole.
Il culmine dell’indagine è arrivato il 22 settembre, quando l’uomo è stato fermato al termine del suo turno di lavoro.
Una perquisizione personale ha permesso di rinvenire in suo possesso ben 82 tagliandi non pagati.
Le successive perquisizioni domiciliari hanno fornito ulteriori prove a sostegno delle accuse, consolidando il quadro della responsabilità dell’indagato.
Il danno economico arrecato al datore di lavoro è stato quantificato in una somma considerevole, e il Tribunale di Urbino ha disposto la convalida dell’arresto, segnando la conclusione di questa vicenda che ha scosso la tranquillità della comunità urbana.
L’episodio solleva interrogativi non solo sulla fiducia tra datore di lavoro e dipendente, ma anche sulla necessità di implementare controlli più stringenti e sistemi di sicurezza avanzati per prevenire simili fenomeni di appropriazione indebita.







