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Infermieristica ad Ascoli: rischio chiusura, un campanello d’allarme per le Marche.

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La potenziale sospensione del primo anno del corso di Laurea in Infermieristica ad Ascoli Piceno rappresenta una ferita aperta per l’intero territorio marchigiano, un campanello d’allarme che risuona con particolare urgenza in un contesto nazionale segnato da una cronica carenza di professionisti sanitari.
La prospettiva di chiudere un presidio formativo di tale importanza, attivo e funzionale da oltre mezzo secolo, è un paradosso che mina la sostenibilità stessa del sistema sanitario locale.

La questione trascende la mera problematica logistico-strutturale – la mancanza di aule adeguate, ad esempio – e si configura come una questione di priorità politiche e di visione strategica per il futuro della sanità.
Abbandonare un corso di laurea che rappresenta un investimento cruciale nella formazione di infermieri qualificati significa accelerare un processo di progressiva erosione della capacità assistenziale del territorio, rendendolo vulnerabile e dipendente da soluzioni esterne, spesso private.
L’ipotesi dell’apertura di corsi privati di fisioterapia, ventilata in questo scenario, non è un mero caso fortuito, bensì una conseguenza diretta dell’incapacità di garantire un’offerta formativa pubblica robusta e accessibile.

Si rischia di creare un mercato della formazione sanitaria dominato da logiche commerciali, a scapito della qualità e dell’equità nell’accesso ai servizi.
È imperativo che la filiera istituzionale – Azienda Sanitaria Territoriale (AST), Regione Marche, e l’Università – assuma con immediatezza una responsabilità condivisa.

Rimpalli e silenzi non sono più ammissibili.

Si richiede un intervento tempestivo e concreto, che vada oltre la mera salvaguardia del corso di laurea.

È necessario un ripensamento strategico del sistema formativo, con l’obiettivo di potenziarlo e di renderlo un polo di eccellenza riconosciuto a livello regionale.
L’AST, in particolare, deve attivare ogni risorsa disponibile per garantire spazi didattici adeguati e funzionali, senza delegare la responsabilità alla sola Università.

La Regione, a sua volta, deve inserire il corso di Infermieristica tra le priorità assolute delle politiche sanitarie regionali, destinandogli risorse economiche e umane adeguate.
Ascoli Piceno e il Piceno meritano di essere riconosciuti come nodi strategici per lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione nel settore sanitario, non relegati al ruolo di periferia.
La difesa del diritto allo studio e l’investimento nella formazione del personale sanitario rappresentano un investimento nel futuro stesso della comunità, un atto di responsabilità verso le generazioni a venire.
Questo non è solo una questione di sopravvivenza, ma una questione di dignità e di progresso.

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