Il declino demografico che investe le Marche non costituisce unicamente un problema, bensì un complesso scenario che implica sfide cruciali e, al contempo, apre a inedite opportunità di sviluppo.
Questo tema centrale è stato al centro del convegno “Il modello Marche: strategie per il futuro”, tenutosi presso la Loggia dei Mercanti di Ancona, un’occasione di confronto tra le quattro università regionali che ha messo a fuoco le leve per una crescita sostenibile.
La contrazione della popolazione attiva pone una problematica urgente: la difficoltà di reperire personale qualificato e non, in tutti i settori.
Allo stesso tempo, questa realtà apre prospettive di crescita per un’offerta di beni e servizi sempre più mirata alle esigenze di una popolazione in progressivo invecchiamento, un segmento di mercato in espansione che richiede soluzioni innovative e personalizzate.
Il comparto manifatturiero, tradizionale motore dell’economia marchigiana, emerge con la necessità impellente di investire in ricerca e sviluppo e di adottare tecnologie all’avanguardia.
L’innovazione non è più un optional, ma un imperativo per mantenere la competitività a livello nazionale e internazionale, e per creare occupazione di qualità.
Il terziario, per sua natura dinamico e diversificato, si rivela un settore chiave per l’evoluzione socio-economica regionale.
Il suo potenziale risiede nella capacità di creare nuovi servizi, di favorire la connessione tra le imprese e il territorio, e di promuovere l’inclusione sociale.
L’agricoltura, un altro pilastro dell’economia marchigiana, dimostra una notevole resilienza e un’attitudine all’innovazione.
L’adozione di tecnologie avanzate, come l’agricoltura di precisione e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, non solo contribuisce a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, ma permette anche di affrontare le sfide del mercato globale, dove la sostenibilità e la tracciabilità dei prodotti sono sempre più richieste.
L’innovazione agricola, inoltre, può rappresentare un fattore di attrazione per le giovani generazioni, stimolando il ricambio generazionale e contrastando lo spopolamento delle aree rurali.
Il turismo e la cultura, elementi distintivi del territorio marchigiano, hanno registrato negli ultimi anni performance positive, consolidando la reputazione della regione come destinazione di qualità.
Il ricco patrimonio culturale, le bellezze naturali e l’eccellenza dell’offerta enogastronomica rappresentano un potente volano per lo sviluppo economico e sociale, in grado di generare occupazione e di promuovere l’immagine positiva del territorio.
L’integrazione tra turismo culturale e sviluppo locale, inoltre, può contribuire a valorizzare le tradizioni, a preservare l’identità del territorio e a favorire la creazione di un’offerta turistica più autentica e coinvolgente.
La discussione, animata da un gruppo di esperti provenienti dalle università marchigiane – Fabio Musso e Alessio Travasi (Urbino), Sauro Vittori, Francesca Pompei ed Elettra Della Ceca (Camerino), Mara Cerquetti (Macerata) e Valerio Temperini (Ancona) – ha affrontato tematiche cruciali per il futuro del territorio, evidenziando l’importanza di una visione strategica e di un approccio integrato per affrontare le sfide demografiche e per sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo.
La chiave, a detta degli studiosi, risiede nella capacità di coniugare tradizione e innovazione, di valorizzare il capitale umano e di promuovere un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.