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Marche: la povertà strutturale sfida la resilienza

Le Marche, regione dall’apparente prosperità paesaggistica e artigianale, si trovano ad affrontare una sfida sociale di portata inedita: la povertà non è più un’emergenza passeggera, bensì un processo strutturale che incide profondamente sul tessuto familiare e sul futuro delle generazioni.

Il recente Rapporto dell’Osservatorio sulle Vulnerabilità Regionali, elaborato dall’Alleanza contro la Povertà, dipinge un quadro allarmante, ben lungi dalla narrativa di una regione resiliente.
L’analisi rivela una paradossale crescita occupazionale, attestata a 644.000 unità, ma mascherata da una fragilità latente.

L’aumento dei posti di lavoro è infatti quasi interamente trainato dalla forma del lavoro autonomo, spesso precarie e prive di tutele, che non garantiscono un reddito stabile né la possibilità di progettare il proprio futuro.
Il calo dei contratti a tempo indeterminato, con una perdita di 5.000 unità, e la prevalenza di forme contrattuali flessibili (oltre la metà delle nuove assunzioni) segnalano una progressiva erosione dei diritti dei lavoratori e una crescente precarietà.
L’impennata delle ore di cassa integrazione, incrementate del 44,9%, è un segnale d’allarme che riflette la crisi del settore industriale manifatturiero, in particolare nei comparti della moda, calzature e tessile, pilastri dell’economia regionale.

Nonostante un aumento nominale del reddito medio delle famiglie, attestato a 23.705 euro, l’incremento è ampiamente controbilanciato dall’inflazione galoppante dei prezzi alimentari, dell’energia e degli affitti, fenomeni che riducono drasticamente il potere d’acquisto e compromettono la capacità di soddisfare i bisogni primari.

La povertà alimentare, un indicatore di estrema gravità, è in aumento: nel 2024, oltre 43.000 persone hanno ricevuto aiuti dal Banco Alimentare, registrando un incremento del 32% rispetto all’anno precedente, una cifra che testimonia l’incapacità di molte famiglie di garantire un’alimentazione dignitosa.
Il dato più preoccupante è rappresentato dalla diffusione della povertà: il 5,6% delle famiglie marchigiane vive in condizioni di povertà assoluta, mentre l’11,9% versa in una situazione di povertà relativa, un valore che supera significativamente la media nazionale e quella del Centro Italia.

Questo dato, in sé già drammatico, è amplificato dalla ridotta efficacia delle misure di sostegno al reddito.

L’abbandono del Reddito di Cittadinanza e l’introduzione dell’Assegno di Inclusione, pur avendo ridotto il numero dei beneficiari, hanno lasciato indietro un numero significativo di persone, come dimostra il fatto che l’Assegno di Inclusione ha raggiunto solo 7.820 nuclei familiari.

La situazione è aggravata da ulteriori indicatori di disagio sociale: l’aumento dell’abbandono scolastico (9,1%, il più alto del Centro Italia), un investimento mancato che compromette il futuro di molti giovani, e l’incremento degli sfratti, con picchi significativi nei territori di Fermo e Pesaro, riflettono un sistema di welfare sociale insufficiente e incapace di rispondere alle reali esigenze del territorio.
La spesa sociale dei Comuni marchigiani, tra le più basse del Centro Italia, evidenzia una carenza di risorse e un impegno limitato a livello locale.
L’Alleanza contro la povertà lancia un appello urgente alla Regione, sollecitando la riattivazione di un tavolo tecnico-politico permanente, la creazione di un Osservatorio regionale sulla povertà per monitorare costantemente la situazione e, soprattutto, l’erogazione di risorse aggiuntive per supportare i nuclei familiari esclusi dall’Assegno di Inclusione.

La sfida è chiara: trasformare la resilienza marchigiana in una reale capacità di contrasto alla povertà strutturale, investendo nel capitale umano e garantendo a tutti i cittadini la possibilità di costruire un futuro dignitoso.

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