La maestosità delle montagne, con la loro mutevole bellezza e le sfide che offrono, esercita un fascino sempre più ampio.
Tuttavia, questa crescente popolarità convive con una tendenza preoccupante: una sottovalutazione del terreno montano, che si traduce in comportamenti imprudenti e, conseguentemente, in interventi di soccorso sempre più frequenti e gravosi.
Il Soccorso Alpino e Speleologico delle Marche, testimone diretto di questa realtà, lancia un appello alla responsabilità, basato sull’esperienza maturata durante recenti operazioni nei difficili Monti Sibillini.
Due episodi recenti, emblematici di questa problematica, hanno messo a dura prova le capacità e la professionalità del soccorso.
Un escursionista, senza l’adeguata preparazione e con una valutazione errata delle proprie capacità, si è ritrovato intrappolato su una parete esposta, impossibilitato a proseguire e a tornare indietro.
Parallelamente, una cordata, spinta forse da un eccesso di fiducia o da una lettura superficiale della mappa, si è smarrita in una zona impervia, incapace di orientarsi e di gestire la situazione.
I Sibillini, con la loro conformazione geologica complessa e le loro pareti scoscese, rappresentano un ambiente particolarmente insidioso.
Contrariamente a quanto suggerirebbe un’apparenza di semplicità, molte delle loro vie non offrono la sicurezza e la facilità delle cosiddette “vie plaisir”, percorsi appositamente attrezzati e studiati per un’arrampicata accessibile.
Le vie classiche, invece, richiedono una preparazione tecnica approfondita, un’esperienza consolidata, una capacità di interpretazione del territorio e, soprattutto, un’attenta gestione del rischio.
Si tratta di un approccio che coinvolge anche la sfera mentale, richiedendo una lucidità e una determinazione che vanno oltre la semplice abilità fisica.
Il Soccorso Alpino e Speleologico opera con tempestività ed efficienza, ma ogni intervento dovrebbe essere visto come un’occasione per rafforzare un messaggio fondamentale: la prevenzione è l’arma più potente per la sicurezza.
È cruciale sviluppare una piena consapevolezza dei propri limiti, studiare attentamente l’itinerario da intraprendere, dotarsi di un’attrezzatura adeguata e rispettare le condizioni ambientali, che possono variare rapidamente e in modo imprevedibile.
La decisione di affrontare una salita semplicemente perché il tempo è favorevole o perché si ha una giornata libera è un errore che può avere conseguenze serie.
Il Soccorso Alpino continuerà a essere presente, pronto ad intervenire, ma la responsabilità primaria ricade su chi intraprende l’attività.
La sicurezza in montagna non è un atto di fede, ma il risultato di una preparazione attenta, di una valutazione realistica dei propri mezzi e di un profondo rispetto per l’ambiente.
È un patto di responsabilità che lega l’individuo alla montagna e alla comunità di soccorso, un impegno a preservare la bellezza e la sicurezza di un patrimonio naturale di inestimabile valore.
Il futuro delle escursioni e dell’alpinismo dipende dalla maturità e dalla consapevolezza di chi le pratica.