A seguito di una sentenza storica emessa dalla Corte d’Appello di Ancona, che ha stabilito un risarcimento di 22.000 euro a un’operatrice sanitaria vittima di aggressione sul posto di lavoro presso l’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno – un precedente legale inedito in Italia – il sindacato NurSind di Ascoli Piceno ha intrapreso un’iniziativa di portata significativa per la tutela del proprio personale. L’obiettivo non si è limitato alla celebrazione del risultato giudiziario, ma si è concretizzato in un programma formativo gratuito dedicato all’autodifesa personale.L’iniziativa, recentemente culminata con la conclusione del corso a San Benedetto del Tronto, rappresenta una risposta diretta all’escalation di violenza verbale e fisica che affligge il settore sanitario. Circa venti operatori sanitari, provenienti dai servizi di emergenza, dalle strutture psichiatriche e da altre unità operative dell’AST, hanno partecipato attivamente, acquisendo tecniche pratiche e accessibili, progettate per essere immediatamente applicabili sia nell’ambiente lavorativo che nella vita privata. Il percorso formativo ha fornito strumenti utili per reagire in modo proattivo a situazioni di pericolo, promuovendo al contempo una maggiore consapevolezza del proprio corpo e della propria sicurezza.La realizzazione del corso, patrocinato interamente da NurSind Ascoli Piceno, ha visto la preziosa collaborazione di AWTI – Autodifesa Wing Tsun Italia. L’eccellenza didattica è stata garantita dalla presenza di istruttori altamente qualificati: Kevin Croce (Dirigente Regionale AWTI), Kristofer Rogus (Istruttore AWTI) e Simone Rossetti (Assistente Istruttore AWTI). La loro esperienza ha permesso di strutturare un programma formativo completo, che ha spaziato dalla teoria alla pratica, con esercitazioni mirate e simulazioni realistiche.NurSind Ascoli Piceno esprime profonda preoccupazione per il progressivo aumento delle aggressioni, un fenomeno che erode il benessere del personale sanitario e compromette la qualità delle cure offerte alla collettività. Questa realtà impone una revisione radicale delle politiche di sicurezza sul lavoro, che non possano più rimanere confinate a dichiarazioni di intenti. È imperativo che istituzioni, management sanitario e sindacati agiscano in sinergia, implementando misure concrete per la protezione del personale, promuovendo la formazione, rafforzando la sensibilizzazione e, soprattutto, garantendo un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso per chi si dedica quotidianamente alla cura della salute pubblica. L’iniziativa di autodifesa rappresenta un primo passo, un segnale forte che indica la volontà di contrastare un problema sempre più grave, rivendicando il diritto alla sicurezza e al rispetto per ogni operatore sanitario.
Operatori sanitari in autodifesa: un corso dopo la sentenza storica.
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