La pasta, pilastro incontrastato della gastronomia italiana, incarna un patrimonio culturale e un’identità nazionale profondamente radicata nel tempo.
Lungi dall’essere un’invenzione recente, la sua storia affonda le radici nel Medioevo, con preparazioni a strati che già anticipavano le forme che conosciamo oggi.
L’analisi delle vendite al dettaglio, condotta da Coop Alleanza in occasione del Pasta Day, rivela un quadro interessante: le penne lisce e rigate si contendono il primato, superando in popolarità gli spaghetti in molte aree del Paese.
Tuttavia, l’eccezione di Ascoli Piceno dipinge un affresco gastronomico ben diverso, dove gli spaghetti tradizionali dettano legge, seguiti a ruota dalle penne e dai rigatoni.
Ascoli Piceno, custode di una tradizione culinaria secolare, offre uno spaccato unico nel panorama italiano.
L’elevato consumo di spaghetti testimonia la persistenza di un legame profondo con le ricette di famiglia e le consuetudini locali.
Ma è la presenza dei vincisgrassi a sollevare una riflessione più ampia sulla complessa evoluzione della cucina italiana.
I vincisgrassi, più che un semplice antenato delle lasagne, rappresentano un’espressione culinaria di stampo nobiliare, un’eredità barocca intrisa di storia e di sapori intensi.
Alberto Grandi, docente di Storia del cibo, sottolinea come questo piatto trascenda la narrazione popolare della “cucina povera”, rivelandosi un prodotto di raffinatezze e di abbondanza tipiche delle corti dell’Ottocento.
Le origini dei vincisgrassi, avvolte in un alone di leggenda, attribuiscono il loro nome al principe Windisch-Graetz, generale austriaco che avrebbe ispirato la creazione del piatto durante l’assedio di Ancona nel 1799.
Un aneddoto, certamente, ma che contribuisce a dipingere un’immagine romantica e suggestiva di questa specialità.
A differenza delle lasagne moderne, i vincisgrassi non rinunciano a ingredienti corposi e saporiti: fegatini, frattaglie, un ragù ricco e aromatico, una besciamella vellutata e spezie intense.
Un piatto che non si pone limiti, una lasagna che esprime la sua identità con audacia e generosità.
Oggi, i vincisgrassi sono un piatto della festa nelle Marche, riservato alle occasioni speciali, simbolo di convivialità e di tradizione.
Non un prototipo primordiale, bensì l’apice di un’evoluzione culinaria, una versione carnivora e aristocratica delle lasagne.
Le lasagne moderne, invece, rappresentano un processo di addomesticamento e semplificazione, un adattamento ai gusti e alle esigenze del tempo.
I vincisgrassi rimangono, in definitiva, una lasagna che rifiuta di scendere a compromessi, un inno alla ricchezza dei sapori e alla persistenza delle tradizioni.
Un piatto che incarna la complessità e la bellezza della gastronomia italiana, un viaggio nel tempo attraverso i profumi e i gusti di un’eredità culturale inestimabile.








