Nella quiete notturna di Pesaro, si è consumata una sconsiderata violazione alla sicurezza e alla storia di una delle attività commerciali più consolidate della città.
La gioielleria Giangolini, baluardo di artigianalità e tradizione orologiera dal 1975, è stata presa di mira da un’audace operazione criminale, stimata in una perdita economica compresa tra i 250.000 e i 300.000 euro.
L’evento, avvenuto presumibilmente nella notte tra giovedì e venerdì, è stato caratterizzato da una singolare efficienza e da un’inquietante silenziosità.
La banda, presumibilmente specializzata in “furti del buco”, ha dimostrato una preparazione meticolosa, neutralizzando i sistemi di allarme e sfruttando un malfunzionamento delle telecamere di sorveglianza.
L’assenza di testimoni e l’abilità di operare inosservati denotano una pianificazione accurata, forse frutto di un’attenta ricognizione preliminare.
Il modus operandi scelto, la perforazione del pavimento, è un marchio distintivo di queste operazioni criminali, un’impronta che rivela la professionalità e la determinazione dei malviventi.
L’obiettivo non era solo la ricchezza materiale, ma anche la capacità di aggirare le difese, di sfidare l’autorità e di lasciare un segno indelebile nel tessuto sociale e commerciale della comunità.
Tra i beni sottratti, figurano gioielli di pregio, alcuni dei quali rappresentavano una parte significativa del patrimonio storico e culturale della gioielleria.
Non si tratta semplicemente di oggetti di lusso, ma di testimonianze del tempo, di creazioni uniche che hanno acquisito valore nel corso degli anni, legandosi a storie di famiglia e a momenti importanti nella vita delle persone.
Tra questi, spiccano alcuni esemplari Damiani, simboli di eleganza e raffinatezza, la cui perdita rappresenta un danno non solo economico, ma anche emotivo e affettivo per l’intera comunità.
Enzo Giangolini, il titolare dell’attività, testimonia con profonda amarezza questo evento traumatico, che scuote la sua persona e la sua famiglia, custodi di una tradizione orologiera che ha segnato la storia di Pesaro.
L’episodio solleva interrogativi sulla vulnerabilità delle attività commerciali e sulla necessità di rafforzare i sistemi di sicurezza, non solo tecnologici, ma anche attraverso una maggiore collaborazione tra istituzioni e commercianti.
La speranza è che le indagini in corso possano portare all’arresto dei responsabili e al recupero dei beni rubati, restituendo alla città un po’ della sua serenità e della sua storia.







