Nella quieta cornice di Pesaro, una storia di audacia criminale si ripropone, intrecciandosi con un passato di tentativi falliti e un presente segnato dalla perdita.
La gioielleria Enzo Giangolini, bersaglio di un colpo scommettuto e meticolosamente pianificato, ha subito una sviazione che si stima tra i 250.000 e i 300.000 euro.
L’evento, consumatosi nella notte tra giovedì e venerdì scorsi in via Commandino, riapre i conti con un’ombra lunga venticinque anni.
La peculiarità del furto non risiede unicamente nell’ingente valore dei beni sottratti, ma nella sua sorprendente analogia con un precedente tentativo, fallito, avvenuto nel lontano 1999.
Quel colpo, sventato da un residente che si imbatté in un gruppo di malvivori intenti a sbagliare le misure per forzare una vetrina, aveva lasciato un retrogusto di frustrazione, un potenziale inespresso che sembrava giacere latente.
Questa volta, i criminali, evidentemente più preparati e con una conoscenza approfondita della struttura dell’edificio, hanno optato per una via d’accesso apparentemente inespugnabile: il garage condominiale.
Sfruttando un sistema di apertura pensato per agevolare i servizi postali, i ladri hanno scavato un varco nel pavimento, bypassando i sistemi di sicurezza perimetrale e raggiungendo l’interno della gioielleria con una precisione inquietante.
La perdita non si limita a gioielli di pregio; tra i beni sottratti figurano anche monili storici appartenenti a una rinomata azienda orafa, pezzi unici il cui valore intrinseco si è ampliato nel corso del tempo, diventando testimonianze tangibili di un’era e simboli di un’abilità artigianale perduta.
L’amarezza del titolare è acuita dal fatto che il sistema di videosorveglianza interno, per una concomitanza sfortunata, presentava un malfunzionamento, lasciando i responsabili agire indisturbati.
L’abilità criminale dimostrata suggerisce un’organizzazione complessa, dotata di informazioni privilegiate e di una strategia ben definita.
I carabinieri, impegnati in un’indagine serrata, stanno setacciando l’area e analizzando le testimonianze, nella speranza di identificare e assicurare alla giustizia i responsabili.
La comunità di Pesaro, scossa da questo ennesimo episodio di microcriminalità, si interroga sulla sicurezza e sulla necessità di rafforzare i controlli, riscoprendo l’importanza di una vigilanza condivisa e di un tessuto sociale coeso, capace di contrastare l’azione di chi mette a repentaglio la tranquillità e il patrimonio culturale di una città.
Il buco, lasciato dai ladri, non è solo una ferita nella gioielleria, ma anche un monito per l’intera comunità.







