sabato 2 Agosto 2025
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Pesaro, interrogatorio Arceci: nuove rivelazioni sull’inchiesta comunale

L’eco delle accuse si fa più insistente nella vicenda giudiziaria che coinvolge l’amministrazione comunale di Pesaro, con un nuovo capitolo cruciale testimoniato dall’interrogatorio di Franco Arceci, figura apicale del gabinetto del sindaco Matteo Ricci negli anni compresi tra il 2014 e il 2019.

L’inchiesta, incentrata su presunte irregolarità nell’assegnazione di incarichi diretti – una pratica amministrativa che elude le procedure competitive di gara d’appalto – ha portato alla luce un panorama complesso di responsabilità, con 24 persone attualmente sotto inchiesta, tra cui lo stesso Ricci, ora impegnato nella campagna elettorale per la presidenza della Regione Marche.
L’interrogatorio, durato oltre sette ore e condotto dalla procuratrice Maria Letizia Fucci presso la caserma della Guardia di Finanza, ha rappresentato un momento significativo nella raccolta di prove e nella ricostruzione delle dinamiche interne all’amministrazione comunale.

Arceci, con la sua posizione di stretto collaboratore e braccio destro del sindaco, detiene una conoscenza approfondita dei processi decisionali e dei flussi informativi che hanno caratterizzato quel periodo.

La sua testimonianza, sebbene protetta dal segreto d’ufficio, viene percepita come un tassello fondamentale per chiarire il ruolo e le responsabilità di ciascuno degli indagati.

La dichiarazione rilasciata al termine dell’interrogatorio, in cui Arceci si professa sereno sia all’ingresso che all’uscita, suggerisce una posizione di fiducia nella correttezza della propria condotta e nella possibilità di una rapida chiarificazione della situazione.
La sua collaborazione “piena” con il magistrato indica la volontà di contribuire alla ricerca della verità, auspicando una conclusione celere dell’indagine e una disamina accurata delle circostanze che hanno portato all’apertura del procedimento.
Questa vicenda, che si intreccia con le ambizioni politiche di Matteo Ricci, solleva interrogativi significativi sulla gestione della cosa pubblica e sull’importanza di trasparenza e accountability nelle procedure amministrative.

L’inchiesta non si limita a valutare la legalità formale degli atti, ma si addentra nelle motivazioni e nelle logiche che hanno portato all’utilizzo di affidamenti diretti, potenzialmente eludendo i controlli e le garanzie previste dalla legge.

La complessità della situazione richiede un’analisi attenta e imparziale, al fine di accertare eventuali responsabilità e restituire fiducia nei confronti delle istituzioni.
L’esito dell’indagine avrà un impatto significativo non solo sulla reputazione degli indagati, ma anche sulla percezione della legalità e dell’efficienza della pubblica amministrazione.

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