giovedì 14 Agosto 2025
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Pesce senza tracciabilità: sequestro e irregolarità a Porto San Giorgio

Un’ispezione della Guardia di Finanza a Porto San Giorgio ha portato alla luce una situazione allarmante in un’attività commerciale dedicata alla ristorazione, evidenziando criticità significative legate alla sicurezza alimentare e all’illegalità nell’esercizio del commercio.

L’operazione, incentrata sulla verifica del rispetto delle normative in materia di tracciabilità dei prodotti ittici, ha portato al sequestro preventivo di 250 chilogrammi di pesce, fresco e congelato, destinato alla somministrazione.
L’attività ispettiva ha rivelato un quadro preoccupante: la carenza di documentazione essenziale, in particolare quella relativa alla provenienza e alla catena di trasporto del pesce, ha impedito la ricostruzione del percorso del prodotto “dal mare alla tavola”.

Questa omissione, oltre a violare le disposizioni previste per la tutela della salute pubblica, costituisce una grave irregolarità che compromette la trasparenza e l’affidabilità dell’intera filiera alimentare.
La mancanza di tracciabilità rende, infatti, impossibile risalire a eventuali problemi di qualità o contaminazione, esponendo i consumatori a rischi potenzialmente elevati.
Le irregolarità riscontrate non si limitano alla sola questione della documentazione.

L’ispezione ha sollevato interrogativi sulla corretta conservazione del pescato, suggerendo condizioni igienico-sanitarie inadeguate, che potrebbero aver compromesso la freschezza e la sicurezza alimentare dei prodotti.
Pur non avendo la Guardia di Finanza potuto effettuare valutazioni specifiche sulle modalità di conservazione, la mancanza di documentazione adeguata alimenta i sospetti su una gestione non conforme alle normative.

Oltre alle sanzioni amministrative, quantificate in 1.500 euro, l’operazione ha innescato approfondimenti di natura fiscale, mirati a verificare la regolarità delle posizioni lavorative del personale impiegato nell’attività commerciale e la conformità della concessione demaniale.
Questi accertamenti, seppur di natura accessoria, testimoniano l’ampiezza del controllo esercitato dalla Guardia di Finanza, volta a contrastare non solo le violazioni sanitarie, ma anche l’evasione fiscale e l’abusivismo edilizio.
L’episodio rappresenta un campanello d’allarme per l’intera filiera della ristorazione, evidenziando l’importanza di un controllo rigoroso e costante delle attività commerciali, al fine di garantire la sicurezza alimentare e la tutela dei consumatori.

La trasparenza e la tracciabilità dei prodotti alimentari costituiscono, infatti, pilastri fondamentali per un mercato sano e affidabile, che rispetti i diritti e la salute di tutti i cittadini.
L’azione della Guardia di Finanza si inserisce in un contesto più ampio di contrasto alle illegalità nel settore alimentare, volto a proteggere la salute pubblica e a promuovere una cultura della legalità e della responsabilità.

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