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Porto San Giorgio: Abuso di fiducia e coercizione psicologica

L’ombra insidiosa della manipolazione e dell’abuso di fiducia si è allungata su Porto San Giorgio, dove un uomo di 46 anni è finito sotto inchiesta per atti persecutori aggravati, commessi ai danni di una persona vulnerabile a causa della sua disabilità.
Il caso, portato alla luce dall’intervento dei Carabinieri, rivela una dinamica di coercizione psicologica che si è protratta per mesi, a partire da gennaio, subito dopo la conclusione di un precedente periodo di detenzione domiciliare dell’indagato, già segnato da un episodio di estorsione.

Lungi dall’essere una semplice richiesta di denaro, la condotta dell’uomo rappresenta un esempio emblematico di abuso di potere, sfruttando le difficoltà e la fragilità della vittima per ottenere un vantaggio economico, in questo caso una somma di circa 5.000 euro.

La gravità del gesto risiede non tanto nell’esplicita minaccia, assente nel racconto degli eventi, quanto nella sottile ma implacabile pressione esercitata attraverso un comportamento sistematico di pedinamento e sollecitazioni finanziarie persistenti.

Questo tipo di coercizione, spesso definita “abuso emotivo”, si nutre della creazione di uno stato di ansia e dipendenza nella vittima, compromettendo profondamente la sua autonomia e la sua capacità di discernimento.

L’indagato, agendo con una premeditazione che emerge dalla continuità delle azioni, ha costruito un clima di terrore psicologico, erodendo la sicurezza personale della vittima e isolandola potenzialmente dal suo supporto sociale.
Il caso solleva interrogativi importanti sulla responsabilità individuale e sulla necessità di una maggiore sensibilizzazione verso le forme sottili di violenza psicologica, spesso più insidiose delle aggressioni fisiche.
La fragilità della vittima, dovuta alla disabilità, ha accentuato la vulnerabilità e la difficoltà di opporsi alle richieste dell’aggressore, rendendo ancora più grave la natura dei reati contestati.
L’indagine dei Carabinieri, ora in corso, mira a ricostruire completamente la dinamica degli eventi, identificando eventuali complici e accertando l’entità complessiva del danno economico e morale subito dalla vittima.

Il procedimento giudiziario, oltre a perseguire l’autore dei fatti, dovrà fungere da monito per la collettività, ribadendo l’importanza di proteggere i soggetti più deboli e di contrastare ogni forma di abuso di potere, anche quando si manifesta in modalità apparentemente meno violente.
Il caso sottolinea, infine, la cruciale necessità di rafforzare i servizi di supporto e protezione per le persone con disabilità, al fine di prevenire e contrastare efficacemente fenomeni di sfruttamento e coercizione.

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