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domenica 26 Ottobre 2025

Porto Sant’Elpidio: controlli stradali svelano armi e sospetti illegali.

Un’ordinaria verifica stradale a Porto Sant’Elpidio si è rapidamente evoluta in un’operazione di sicurezza complessa, svelando un quadro di possibili attività illegali e sollevando interrogativi sulla presenza e le intenzioni di tre individui a bordo di una Fiat Panda.

L’evento, verificatosi nel pomeriggio di ieri, ha visto gli agenti della Questura di Fermo fermare un’utilitaria in Via Garda, dove i movimenti nervosi degli occupanti hanno immediatamente destato sospetti.

I tre soggetti – un cittadino tunisino residente a Macerata, una connazionale e un cittadino rumeno domiciliato a Sesto San Giovanni – si sono dimostrati evasivi e poco convincenti riguardo alla ragione della loro presenza nella provincia fermana.

Questa reticenza, unitamente all’apparente disagio manifestato, ha indotto gli agenti a disporre una perquisizione, tanto personale quanto del veicolo.

La ricerca ha portato al rinvenimento di due armi da taglio di notevole dimensioni: un coltello a scatto con lama di trenta centimetri, abilmente celato sotto il tappetino posteriore dal cittadino tunisino, e un machete di cinquanta centimetri, occultato sotto il sedile del conducente.

Il sequestro delle armi è stato immediato, mentre i tre occupanti venivano accompagnati presso la Questura per ulteriori accertamenti.

Le indagini successive, supportate da rilievi della Polizia Scientifica, hanno portato alla luce un passato giudiziario tutt’altro che immacolato per gli individui coinvolti.

Numerosi precedenti penali, l’utilizzo di alias e irrinunciabili mandati di comparizione si sono sommati a un quadro di complessità investigativa.
Il cittadino tunisino e quello rumeno hanno assunto la responsabilità legale delle armi rinvenute, venendo formalmente denunciati per porto ingiustificato di armi e oggetti atti ad offendere.
Particolarmente rilevante è emerso che uno dei due, il cittadino tunisino, versava in situazione di irregolarità sul territorio nazionale, con conseguente affidamento all’Ufficio Immigrazione per la verifica e la definizione della propria posizione giuridica.
L’episodio solleva interrogativi sul possibile legame tra la presenza di armi di tale portata e un contesto criminale più ampio, richiedendo ulteriori approfondimenti da parte delle autorità competenti.

L’attenzione ora è focalizzata sulla ricostruzione degli spostamenti dei tre individui e sull’individuazione di eventuali complici o destinatari di un possibile utilizzo illegale delle armi sequestrate.

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