Nel cuore di San Benedetto del Tronto, città segnata da un passato di resilienza e sofferenza, si è rinnovata la solenne commemorazione delle vittime dei bombardamenti che l’hanno flagellata durante la Seconda Guerra Mondiale.
La cerimonia, gremita di autorità militari e civili, ha rappresentato un momento di riflessione profonda, un atto di pietas verso coloro che persero la vita in un evento che ha profondamente inciso sulla storia locale.
Il luogo scelto per l’inizio della commemorazione non è stato casuale: la torre dei Gualtieri, emblema secolare della città, è stata il palcoscenico di un gesto simbolico: la deposizione di una corona, offerta dal Commissario prefettizio Rita Stentella, in segno di rispetto e di ricordo.
La torre, testimone silenziosa di secoli di storia, ha accolto il tributo alla memoria di chi non c’è più.
La mattinata del 27 novembre 1943 rimane incisa nella memoria collettiva come un giorno di lutto e di distruzione.
Trentasei aerei alleati, in una missione che avrebbe dovuto mirare a obiettivi strategici, sganciarono il loro carico distruttivo sul cuore del paese alto, riducendo in macerie numerose abitazioni e spegnendo per sempre le vite di venticinque persone innocenti.
Un atto di guerra che colpì duramente una comunità già provata dalle difficoltà del conflitto.
A causa delle avverse condizioni meteorologiche, la cerimonia si è poi spostata nella suggestiva sala della poesia di Palazzo Piacentini, un luogo che celebra l’arte e la cultura, in netto contrasto con la desolazione del passato.
Qui, i nomi delle vittime sono stati letti ad alta voce, un elenco di esistenze spezzate che rievocano il dolore e la perdita di un’intera comunità.
Nel suo discorso, la dr.
ssa Stentella ha espresso il deferente pensiero della città, sottolineando l’importanza di onorare la memoria delle vittime del 27 novembre 1943 e di tutti coloro che hanno perso la vita durante la guerra.
Più che una semplice commemorazione, l’evento si è configurato come un monito per le future generazioni, un invito a non dimenticare i sacrifici compiuti e a costruire un futuro di pace e di prosperità.
“Dobbiamo essere degni di chi ci ha preceduto”, ha affermato la dr.
ssa Stentella, lanciando un appello alla responsabilità e all’impegno civile.
La sua riflessione ha colto nel segno la necessità di superare le divisioni e di lavorare insieme per il rilancio del territorio, trasformando il dolore del passato in una forza motrice per il futuro.
Solo così, la memoria delle vittime potrà essere veramente onorata, non con semplici parole, ma con azioni concrete volte a costruire una società più giusta e solidale.
La ricostruzione materiale, infatti, è solo una parte del processo; è altrettanto importante ricostruire il tessuto sociale, rafforzare i legami tra le persone e promuovere la cultura della memoria come strumento di crescita e di consapevolezza collettiva.
Il 27 novembre 1943 non può essere solo una data segnata nel calendario, ma un punto di riferimento costante per l’impegno civile e la costruzione di un futuro migliore per San Benedetto del Tronto.






