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Sanità Ascoli Piceno: Sindacato in allarme per carenza personale

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La vertenza che infiamma l’Azienda Sanitaria Territoriale (AST) di Ascoli Piceno rivela una profonda frattura tra le promesse programmatiche e la realtà operativa, gettando luce sulle criticità strutturali che affliggono il sistema sanitario locale.

L’Unione Sindacale di Base (USB) lancia un allarme urgente, denunciando una gestione delle risorse che appare distante dalle reali esigenze del territorio e dal diritto alla salute dei cittadini.

Il fulcro della contestazione riguarda l’immobilismo nell’attuazione del Piano di miglioramento dell’offerta sanitaria (Piao) 2025, che prevedeva l’allocazione di risorse significative, superiori a 700.000 euro, per l’assunzione di personale qualificato: nove infermieri e sei operatori socio-sanitari destinati all’Unità di Cure Interne (Osco).

L’assenza di qualsiasi azione concreta in questa direzione, sottolinea il sindacato, tradisce un disinteresse preoccupante verso il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’efficienza dell’assistenza.

La risposta dell’Assessore Regionale alla Sanità, Paolo Calcinaro, è stata giudicata inadeguata e superficiale.

Secondo il sindacato, il suo intervento si è limitato a una mera riproposizione di dati ufficiali, senza alcuna presa in considerazione della situazione reale vissuta quotidianamente dagli operatori sanitari e dai pazienti.

Questa distanza tra la narrazione istituzionale e la percezione sul campo alimenta la frustrazione e l’incertezza tra il personale.
Le conseguenze di questa carenza di personale si manifestano in modo evidente all’interno dei reparti.
La riduzione drastica degli organici ha portato a situazioni di sovraccarico inaccettabili: in alcune unità operative, un solo infermiere e un solo operatore socio-sanitario si trovano a gestire un carico di lavoro eccessivo, mettendo a rischio la sicurezza dei pazienti e la salute degli stessi operatori.

L’accumulo di straordinari non retribuiti, la negazione del diritto alle ferie e i continui spostamenti imposti al personale contribuiscono a creare un clima di forte stress e demotivazione.

USB non si limita a denunciare la situazione, ma propone soluzioni concrete e pressanti.
L’urgenza è quella di procedere immediatamente all’assunzione a tempo indeterminato di 21 infermieri e 14 operatori socio-sanitari, un numero necessario per colmare il gap esistente e garantire un’assistenza dignitosa.

Contestualmente, si richiede l’apertura di un confronto costruttivo sul Piano del fabbisogno 2026-2028, al fine di pianificare in modo efficace e lungimirante le future esigenze del sistema sanitario locale.
In assenza di risposte immediate e soddisfacenti da parte delle autorità competenti, il sindacato si riserva il diritto di promuovere azioni di mobilitazione volte a tutelare i diritti dei lavoratori, a garantire la sicurezza dei pazienti e a difendere la qualità della sanità pubblica, intesa come diritto fondamentale di ogni cittadino.

La questione non è semplicemente una disputa sindacale, ma un campanello d’allarme che segnala una crisi sistemica che richiede interventi coraggiosi e risolutivi.

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