La tenuta del Servizio Sanitario Pubblico nelle Marche, come in altre regioni italiane, si trova a fronteggiare sfide strutturali che richiedono un’azione decisa e mirata.
La recente approvazione del Rendiconto Generale 2024 da parte della Sezione di Controllo della Corte dei Conti, pur evidenziando progressi in aree cruciali come la ricostruzione post-sisma e l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), segnala persistenti criticità, in particolare nel settore sanitario.
La procuratrice regionale, Alessandra Pomponio, ha messo in luce come la “fuga” di professionisti sanitari verso il settore privato rappresenti una perdita di risorse preziose, erodendo la capacità del sistema pubblico di garantire un’assistenza adeguata alla popolazione.
Questa migrazione non è un fenomeno isolato, ma un sintomo di un sistema gravato da condizioni lavorative spesso insostenibili e da una retribuzione non sempre competitiva.
Il costo di questa emergenza demografica si traduce in un onere finanziario considerevole.
Nel corso dell’anno, la Regione ha sostenuto spese per 16,29 milioni di euro per ricorrere a professionisti esterni, i cosiddetti “gettonisti”, per coprire carenze di personale.
Sebbene si registri una diminuzione rispetto all’anno precedente (-19%), con un calo particolarmente marcato nella ASL di Ascoli Piceno, la situazione rimane allarmante per le altre aziende sanitarie.
Questa dipendenza da appalti esterni, oltre ad essere economicamente onerosa, comporta rischi in termini di qualità del servizio e continuità dell’assistenza.
La Corte dei Conti sottolinea come la difficoltà di reclutare personale attraverso i tradizionali canali del pubblico impiego sia diventata cronica, soprattutto in aree delicate come i dipartimenti di emergenza e urgenza.
L’espansione dei posti messi a concorso non ha prodotto i risultati sperati, come dimostrano i dati relativi alle borse di specializzazione, con sole 230 assegnate su 534 disponibili.
Questo dato riflette una situazione di disallineamento tra l’offerta formativa e le reali esigenze del sistema sanitario.
Per invertire questa tendenza, è imperativo agire su diversi fronti.
Un ripensamento delle politiche di incentivazione per il personale sanitario, con una revisione delle retribuzioni e un miglioramento delle condizioni lavorative, si rivela essenziale per ridurre l’attrattività del settore privato.
È necessario, inoltre, investire in percorsi di specializzazione e formazione continua, per garantire un adeguato flusso di professionisti qualificati.
Un approccio proattivo, che preveda l’integrazione di modelli di governance partecipativa e la valorizzazione del capitale umano, potrebbe contribuire a rafforzare il legame tra il sistema sanitario pubblico e il territorio, favorendo un’assistenza più efficiente e centrata sul paziente.
La riduzione della dipendenza da appalti esterni e il potenziamento delle risorse interne, rappresentano un investimento strategico per il futuro della sanità nelle Marche, orientato a garantire un servizio di qualità, equo e sostenibile.
Il superamento di questa sfida cruciale richiede un impegno condiviso da parte delle istituzioni, dei professionisti sanitari e della comunità.







