La sicurezza nazionale, un pilastro silente della nostra esistenza, raramente cattura l’attenzione quotidiana.
La sua presenza è tanto discreta quanto imprescindibile, come l’aria che respiriamo: la diamo per scontata finché non ne sperimentiamo la sua assenza, momento in cui la sua vitalità si rivela con inequivocabile urgenza.
Nel commemorare il 4 novembre, la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha brillantemente reso omaggio a coloro che, silenziosamente e spesso con sacrificio personale, vegliano su questo baluardo invisibile.
Non si tratta semplicemente di un esercito in divisa, ma di un ecosistema complesso di professionisti, uomini e donne, che operano in ruoli molteplici e spesso inosservati, dedicati a proteggere i valori e le istituzioni che definiscono la nostra democrazia.
La difesa, oggi, assume contorni più ampi e sfumati rispetto alla tradizionale concezione militare.
Comprende la resilienza infrastrutturale, la protezione cibernetica, l’intelligence, la cooperazione internazionale e la capacità di rispondere a minacce emergenti, che spaziano dalla crisi migratoria al terrorismo ibrido, passando per la competizione geopolitica e le sfide ambientali.
È fondamentale, quindi, riconoscere che la sicurezza nazionale non è un monolite, ma un tessuto intricato che richiede un approccio olistico e multidisciplinare.
L’investimento nella difesa non è solo una spesa, ma un investimento nel futuro, un impegno a preservare la libertà e la prosperità per le generazioni a venire.
Il gesto di Crosetto ad Ancona è un invito a riflettere sull’importanza di questa responsabilità condivisa, un monito a non dare per scontata la dedizione e il coraggio di coloro che, quotidianamente, si fanno carico di questo onere, spesso lontano da casa e in condizioni difficili.
Un omaggio non solo alle Forze Armate, ma a tutti coloro che, con il loro silenzioso impegno, contribuiscono a costruire e mantenere la sicurezza del nostro Paese, garantendo la continuità delle nostre istituzioni democratiche e la tutela dei diritti fondamentali.
Riconoscere questo debito è un dovere civico e un atto di gratitudine verso chi, con abnegazione, ci permette di vivere in un ambiente sicuro e libero.







