La stagione teatrale del Teatro Luigi Mercantini di Ripatransone si configura come un’esperienza culturale di profonda risonanza, un crocevia di generi e linguaggi artistici concepito per stimolare il dialogo e rafforzare il senso di comunità.
Realizzata da Amat nell’ambito del Laboratorio Teatrale di Comunità, e promossa dal Comune di Ripatransone attraverso il progetto Ripatransone Community Hub, la rassegna si articola in tre eventi distinti, ciascuno capace di illuminare aspetti diversi del patrimonio culturale e delle sensibilità contemporanee.
Il percorso inaugurale, il 14 dicembre, ripropone *La Mandragola.
Facetissima commedia*, una rivisitazione vibrante e giocosa del capolavoro di Niccolò Machiavelli firmata Stivalaccio Teatro.
Non una semplice trasposizione, bensì un’immersione nel cuore della *commedia dell’arte*, un linguaggio teatrale che, pur affondando le radici nel Rinascimento, mantiene intatta la sua capacità di coinvolgere e divertire.
Pierdomenico Simone e la Compagnia Giovani, sotto la sapiente regia e l’abile canovaccio di Michele Mori, rilevano la sottile ironia machiavelliana, amplificandola attraverso l’improvvisazione, la verve comica e un ritmo incalzante che cattura lo spettatore.
Si tratta di un’occasione per decostruire le convenzioni del potere e dell’inganno, attraverso un’estetica teatrale che celebra la leggerezza e l’abilità.
Il 25 gennaio, il Mercantini accoglie *Mentre rubavo la vita*, un incontro artistico di rara intensità tra Monica Guerritore e Giovanni Nuti.
Questo spettacolo, più che una performance, è un omaggio commosso e profondo alla figura di Alda Merini, una delle voci più autentiche e tormentate della poesia italiana.
La presenza di una band dal vivo amplifica l’impatto emotivo dei versi, creando un’atmosfera suggestiva e coinvolgente.
Nuti, legato alla Merini da una collaborazione artistica definita da lei stessa “un matrimonio”, offre un’interpretazione intima e personale dell’opera poetica, illuminando le sue ombre e le sue luci, la sua rabbia e la sua tenerezza.
Lo spettacolo si propone come un viaggio attraverso le ferite dell’anima, ma anche come una celebrazione della forza e della resilienza.
La stagione si conclude il 22 febbraio con *Se Giasone fosse rimasto single*, una lezione-spettacolo innovativa e irriverente ideata e interpretata da Cesare Catà.
Catà, con la sua capacità unica di fondere rigore accademico e comicità stand-up, offre una lettura inedita del mito greco, riflettendo sulle dinamiche sentimentali contemporanee e sulle difficoltà di trovare un senso nella vita.
Il viaggio degli Argonauti e la tragica vicenda di Giasone e Medea diventano così metafore universali dell’amore, del tradimento e della ricerca della felicità.
Lo spettacolo, tra citazioni filosofiche, aneddoti personali e performance comiche, invita il pubblico a riflettere sulla propria esistenza, tra passato e presente, mito e realtà.
L’iniziativa è resa possibile grazie al sostegno finanziario dell’Avviso pubblico per interventi di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici, un’iniziativa promossa dall’Unione Europea nell’ambito del PNRR e gestita dal Ministero della Cultura, testimoniando l’impegno a preservare e valorizzare il patrimonio culturale italiano, promuovendo al contempo la crescita sociale ed economica dei piccoli centri storici.








