Un dramma sventato tra le vette marchigiane: la Polizia di Stato interviene con prontezza e abilità per evitare un tragico epilogo nei pressi di Ascoli Piceno.
L’evento, protratosi nelle ore del 28 luglio, ha visto la Centrale Operativa della Questura ricevere un allarme urgente proveniente da una madre angosciata, la quale comunicava la disperazione del figlio, accecato da un profondo stato di sofferenza e determinato a compiere un atto irreversibile.
Il quadro che emerge è quello di una sofferenza psichica acuta, che ha spinto il giovane verso un luogo remoto e isolato, il Colle San Marco, un’area impervia e potenzialmente letale.
La rapidità di risposta è stata cruciale: la Centrale Operativa, comprendendo l’urgenza della situazione, ha immediatamente attivato protocolli di emergenza, sfruttando la geolocalizzazione del dispositivo mobile del ragazzo per rintracciarlo.
Le coordinate hanno puntato a località Cava Giuliani, punto di partenza di un percorso, ancora più arduo, che si snodava lungo sentieri esposti e difficili.
Una pattuglia specializzata dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, addestrata a gestire situazioni di crisi e interventi in ambienti complessi, si è prontamente mobilitata.
La missione non era semplice: le condizioni meteorologiche avverse, con pioggia battente che rendeva il terreno scivoloso e pericoloso, aggravavano la situazione.
La progressione a piedi, lungo un sentiero impervio e in salita, richiedeva concentrazione e grande capacità di adattamento.
Il momento di massima tensione si è verificato quando gli agenti hanno individuato il giovane in bilico sul precipizio, a un’altezza vertiginosa di 250 metri.
La scena evocava un senso di precarietà e di vulnerabilità.
