La tragica scomparsa di Francesco Broda, 48 anni, vittima di un incidente sul lavoro a Corridonia, nel cuore del Maceratese, risuona come un campanello d’allarme durante il 69° Congresso del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, riunito ad Ancona e Macerata.
Questo lutto, purtroppo, si inserisce in un contesto regionale allarmante, segnato da un aumento significativo degli incidenti e, soprattutto, della mortalità sul lavoro nelle Marche.
I dati preliminari degli otto mesi del 2025 evidenziano un calo marginale delle denunce di infortunio (-0,7% rispetto allo stesso periodo del 2024), un dato apparentemente positivo che contrasta violentemente con l’incremento drammatico delle vittime: da 10 a 18, un’impennata dell’80%.
Questa escalation di decessi, sottolineata anche dall’INail, pone seri interrogativi sulle reali misure di prevenzione adottate e sull’efficacia dei controlli di sicurezza.
L’età media delle vittime, concentrata tra i 50 e i 59 anni, con casi che superano la sessantina, suggerisce inoltre una correlazione con l’usura fisica e la potenziale diminuzione della vigilanza che spesso accompagna l’esperienza lavorativa più consolidata.
Al di là delle statistiche, emerge la necessità di una profonda riflessione sulla cultura della sicurezza, troppo spesso relegata a mero adempimento burocratico anziché diventare un valore imprescindibile.
Stefano Capannelli, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Ancona, e Maurizio Paulini, Presidente dell’Ordine Ingegneri di Macerata, hanno esortato a un cambio di paradigma, sottolineando l’urgenza di investire massicciamente in formazione continua e aggiornamento professionale per tutti gli attori coinvolti: tecnici, imprese, dirigenti e lavoratori.
La sfida non è solo quella di aggiornare le competenze tecniche, ma anche di promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi e di incoraggiare la segnalazione tempestiva di situazioni potenzialmente pericolose.
È fondamentale integrare la sicurezza non come un costo aggiuntivo, ma come un investimento strategico per la protezione del capitale umano e la sostenibilità delle attività produttive.
Il congresso degli ingegneri si pone, dunque, come un’occasione per delineare le linee di un’ingegneria della sicurezza proattiva e lungimirante.
Si tratta di sviluppare modelli innovativi di valutazione del rischio, di adottare tecnologie avanzate per il monitoraggio delle condizioni di lavoro e di favorire la collaborazione tra le diverse figure professionali.
L’ingegneria del futuro non può prescindere da una profonda integrazione della sicurezza in ogni fase del ciclo di vita delle opere e degli impianti, dalla progettazione alla manutenzione, con un’attenzione particolare all’evoluzione delle normative e all’introduzione di nuove metodologie.
Il contributo di tutti è essenziale per affrontare questa sfida complessa e garantire un ambiente di lavoro più sicuro e dignitoso per ogni lavoratore.