Per dirimere una situazione procedurale apparentemente irrisolvibile, sospesa da tempo a causa di incertezze sulla corretta notifica, il giudice del tribunale preliminare ha adottato una soluzione inusuale e creativa.
Di fronte alla necessità di sbloccare un’indagine complessa, relativa all’omicidio di una giovane donna, all’epoca minorenne, perpetrato nel 2010, si è ritenuto opportuno superare le difficoltà legate alla notifica dell’avviso di chiusura indagini all’imputato, residente in Bangladesh.
La scelta, apparentemente semplice ma di grande significato giuridico, ha visto il magistrato disporre, in sede di udienza preliminare, una video-udienza transfrontaliera.
L’obiettivo era quello di contattare direttamente l’imputato, attraverso una comunicazione telefonica assistita da un interprete specializzato.
Questa procedura, che si discosta dalle prassi ordinarie, riflette la crescente importanza delle tecnologie della comunicazione nell’amministrazione della giustizia, soprattutto in contesti internazionali.
La difficoltà principale risiedeva nella necessità di provare, in modo inequivocabile, che l’avviso di chiusura indagini fosse stato correttamente portato a conoscenza dell’imputato.
La legge prevede specifiche modalità di notifica per i soggetti residenti all’estero, e l’assenza di una prova certa poteva paralizzare l’intero procedimento giudiziario, esponendolo a potenziali ricorsi e contestazioni.
Dopo alcuni tentativi, l’imputato ha finalmente risposto alla chiamata.
Grazie all’intervento dell’interprete, è stato possibile accertare che l’imputato aveva effettivamente ricevuto, in passato, l’avviso di chiusura indagini, attraverso i canali diplomatici ufficiali, ossia tramite l’ambasciata italiana in Bangladesh.
Questa conferma, ottenuta in maniera diretta e inequivocabile, ha permesso di dirimere il dubbio e di sbloccare il procedimento, consentendo alla giustizia di proseguire il suo corso.
L’episodio solleva importanti questioni relative alla necessità di aggiornare le procedure di notifica internazionale, tenendo conto delle nuove tecnologie e delle sfide poste dalla globalizzazione.
Inoltre, evidenzia il ruolo del giudice come figura attiva e innovativa, capace di adattare gli strumenti giuridici alle peculiarità di ogni singolo caso, garantendo così il diritto alla difesa e il rispetto delle norme processuali, anche in contesti transnazionali.
La video-udienza, in questo frangente, si è rivelata non solo uno strumento pratico, ma anche un simbolo dell’impegno della magistratura a perseguire la verità e la giustizia, superando barriere geografiche e culturali.







