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Violenza di genere: allarme Maceratese, cala l’età delle vittime

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Nel panorama regionale, l’emergenza di violenza di genere continua a richiedere un’analisi approfondita e interventi mirati.
I dati recenti, relativi al periodo compreso tra l’inizio del 2025 e la metà di novembre dello stesso anno, rivelano un carico di richieste di aiuto che, pur essendo una fotografia parziale della realtà, solleva serie preoccupazioni.
Elisa Giusti, figura chiave come referente dei Centri Antiviolenza di Macerata, ha reso noto un numero di 350 contatti diretti legati a situazioni di disagio e potenziale violenza che coinvolgono persone residenti nell’area del Maceratese.
È fondamentale precisare che questa cifra, benché significativa, rappresenta una stima prudenziale.

La complessità del fenomeno e le barriere culturali, psicologiche ed economiche che spesso impediscono alle vittime di denunciare o cercare aiuto, suggeriscono che il numero effettivo di donne e ragazze che soffrono in silenzio è considerevolmente più alto.

L’accesso ai Centri Antiviolenza è solo una delle possibili vie di uscita da cicli di abuso e controllo.
Un trend particolarmente allarmante emerso dall’analisi dei dati è il progressivo abbassamento dell’età delle vittime.
Si registra un incremento delle richieste di aiuto da parte di ragazze, alcune delle quali frequentano ancora le scuole medie.

Questa circostanza evidenzia una fragilità precoce e una necessità urgente di implementare strategie di prevenzione e sensibilizzazione fin dalla giovane età.
La relazione tra violenza di genere e mancanza di educazione sessuale è sempre più evidente.

La scarsa conoscenza dei propri diritti, dei meccanismi di controllo e della dinamica delle relazioni sane contribuisce a rendere le giovani donne più vulnerabili a forme di abuso psicologico, emotivo e fisico.
È imperativo, pertanto, introdurre programmi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole, che forniscano agli studenti gli strumenti necessari per riconoscere, prevenire e contrastare la violenza di genere.

Questi programmi dovrebbero non solo fornire informazioni accurate sui metodi contraccettivi e le malattie sessualmente trasmissibili, ma anche promuovere il rispetto reciproco, l’empatia e la capacità di costruire relazioni basate sull’uguaglianza e il consenso.

Inoltre, è cruciale rafforzare la rete di supporto disponibile per le vittime, ampliando l’offerta di servizi di assistenza psicologica, legale e sociale.
I Centri Antiviolenza svolgono un ruolo fondamentale, ma è necessario potenziare le loro risorse e migliorare la loro accessibilità, soprattutto nelle aree più isolate e marginalizzate.
L’approccio deve essere multidisciplinare, coinvolgendo operatori sociali, psicologi, avvocati, forze dell’ordine e rappresentanti delle istituzioni locali.
La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne rappresenta un’occasione per riflettere sui progressi compiuti e per rinnovare l’impegno a contrastare questo fenomeno in tutte le sue forme.

La sensibilizzazione dell’opinione pubblica, l’educazione alla parità di genere e la promozione di una cultura del rispetto e della non violenza sono elementi imprescindibili per costruire una società più giusta e sicura per tutte le donne.
L’intervento di Elisa Giusti in Aula, in questo contesto, si prefigge di contribuire a sollevare un dibattito costruttivo e a stimolare nuove azioni concrete.

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