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Cofanetto Piceno: Un Tesoro di Mito e Storia Ritorna alla Luce

Un’Eredità di Luce e Mito: Il Cofanetto Piceno di Belmonte Piceno Ritorna alla RibaltaUn oggetto di eccezionale significato storico e artistico, capace di illuminare un frammento cruciale del passato italico, si apre al pubblico: il Cofanetto da Belmonte Piceno, un capolavoro scultoreo risalente al VI secolo a.
C.

, mai prima d’ora accessibile allo studio e all’ammirazione.

L’esposizione, inaugurata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, si terrà fino al 6 gennaio 2026 nel Salone delle Feste di Palazzo Ferretti, sede del Museo Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona.

Il cofanetto, di dimensioni modeste (12 cm di lunghezza per 15 di altezza), si rivela un vero e proprio scrigno di storie incise in ambra e avorio, un linguaggio visivo complesso e affascinante.
Le diciotto figure di dei ed eroi, raffinate nella loro esecuzione, si percepiscono anche attraverso la trasparenza del materiale, mentre la presenza di sottili lamine di stagno crea un effetto di bagliori che ne amplificano la suggestione.
La scoperta del cofanetto, avvenuta nel 1918 durante scavi nella necropoli di Belmonte Piceno, ha rappresentato un evento di notevole importanza per la comprensione della cultura picena, una civiltà autoctona che fiorì nell’entroterra marchigiano.
La sua collocazione dietro un vaso in terracotta, quasi a nasconderlo, suggerisce un significato rituale o forse una protezione contro il saccheggio.
Il successivo recupero, l’immediato blocco di terreno e il meticoloso lavoro di microscavo e restauro condotto da specialisti della ditta Coobec di Spoleto, hanno permesso di preservare e valorizzare questo inestimabile bene culturale.
L’esposizione non si limita a presentare il cofanetto isolato, ma lo inserisce in un contesto più ampio, esponendolo accanto a reperti in bronzo e ambra provenienti dagli stessi scavi del 1909, che includono la celebre Tomba del Duca.
Questa tomba, ricca di corredi funerari di lusso, come sei carri, elmi corinzi e un’idria in bronzo finemente decorata, testimonia la potenza e la ricchezza di un’élite guerriera.

Gli archeologi ipotizzano un legame genealogico tra la Tomba del Duca e quella che ospita il cofanetto, suggerendo la sepoltura di due generazioni successive di una famiglia aristocratica.

Un elemento cruciale a sostegno di questa ipotesi è una stele conservata al Museo Archeologico di Bologna, che menziona un personaggio di alto rango, ‘nir’ (principe o sovrano), di nome Apponio, figlio di un altro Apponio, offrendo uno spaccato sulla trasmissione del potere all’interno della società picena.
Il coperchio del cofanetto, con le sue quattro sfingi incise e traforate, è particolarmente evocativo.
Le immagini narrative che decorano le fasce superiori e inferiori del cofanetto rivelano un universo di significati complessi.
Scene di vita di personaggi reali o divinità, presumibilmente legate a una cerimonia nuziale, si alternano a episodi tratti dalla mitologia greca, come Perseo e Medusa, Aiace che trasporta il corpo di Achille, e Cassandra ai piedi di Atena, testimonianze di un mondo segnato dalla tragedia e dalla caducità della vita.

L’evento inaugurale, aperto al pubblico, prevede una conferenza gratuita tenuta da esperti del settore, che offrirà una panoramica dettagliata sul contesto storico e artistico del reperto.

L’apertura straordinaria del museo fino alle 23:30, a un costo simbolico di un euro, offrirà un’opportunità unica per ammirare da vicino questo straordinario esempio di arte e ingegno del popolo piceno.

Il cofanetto non è solo un oggetto da contemplare, ma una porta d’accesso a un passato millenario, un invito a riscoprire le radici culturali dell’Italia antica.

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