Il Giudizio di Paride: Un Processo Divino tra Mito, Giustizia e ArbitrioIl Teatro Pergolesi di Jesi inaugura una stagione lirica di straordinaria ambizione con *Il Giudizio di Paride: Processo a un Deicida*, un’opera prima assoluta firmata da Paolo Marchettini (musica) e Fabio Ceresa (libretto e regia).
Questa creazione inedita, in scena il 29 novembre e il 30 novembre, si configura come un’audace ibridazione tra il dramma processuale e il mito greco, un’indagine profonda sulla natura del potere, della responsabilità e della libertà umana.
L’opera trascende i confini tradizionali del genere lirico, proponendo un’esperienza teatrale dinamica e partecipativa.
Paride, figura controversa dell’Iliade, è qui al centro di un processo simulato, accusato di deicidio per la morte di Achille.
Ma non è un semplice atto d’accusa.
Il processo si rivela un’opportunità per esplorare le dinamiche complesse e spesso contraddittorie che animano l’Olimpo, un pantheon abitato da divinità tutt’altro che incorporee e perfette.
Hera assume il ruolo di accusa, mentre Atena, con la sua severità e la sua sete di giustizia, ne guida l’azione.
Afrodite, con la sua persuasione e la sua bellezza, si erge a difesa dell’imputato, sostenendone la libertà di scelta.
Testimoni chiave, come Apollo, Artemide, Asclepio e lo stesso Zeus, vengono interrogati e messi alla prova, svelando ipocrisie, ambizioni e rivalità.
La peculiarità dell’opera risiede nel suo approccio innovativo alla giustizia: la sentenza finale non è riservata agli dèi, ma è affidata al pubblico presente.
Questa scelta coraggiosa coinvolge direttamente lo spettatore, trasformandolo da osservatore passivo a giudice attivo, costretto a confrontarsi con la complessità del caso e a esprimere il proprio verdetto.
Paolo Marchettini, compositore di formazione italiana ma attivo da anni negli Stati Uniti, ha concepito una partitura ricca e variegata, che si muove agilmente tra generi e atmosfere diverse.
L’influenza della tradizione operistica italiana del ‘700, con le sue forme classiche e la sua eleganza, si fonde con elementi di modernità e di sperimentazione.
Un elemento distintivo dell’opera è l’uso della quinta giusta, intervallo musicale prediletto dagli antichi greci, che ne sottolinea la solennità dell’Olimpo.
Ma, in accordo con la fragilità umana dei personaggi, questa armonia si corrompe, si trasforma e si mescola, riflettendo le imperfezioni e i conflitti che animano le divinità.
Fabio Ceresa, librettista e regista, sottolinea come *Il Giudizio di Paride* sia una “commedia teologica”, una satira del potere divino che stimola una profonda riflessione sulla libertà.
L’opera, attraverso la parodia del processo, pone domande vertiginose: chi può arrogarsi il diritto di giudicare il destino? Quale spazio è realmente riservato alla libertà individuale quando, apparentemente, tutto è già scritto nel libro del fato? La messinscena, realizzata con l’apporto dei giovani talenti Bruno Antonetti (scene) e Giulia Negrin (costumi), vincitori del Concorso Josef Svoboda, si propone di creare un ambiente suggestivo e dinamico, capace di esaltare la drammaticità della vicenda e di stimolare la riflessione del pubblico.
L’opera segna una tappa importante nella stagione lirica del Teatro Pergolesi, promettendo un’esperienza artistica unica e coinvolgente, un’occasione per riscoprire il mito greco in chiave moderna e per interrogarsi sui grandi temi della giustizia, della responsabilità e del libero arbitrio.








