Il Palio di Ascoli Piceno, emblema tangibile della devozione e dell’ardore agonistico che animano la città, si presenta quest’anno con un’immagine di profonda simbologia, opera dell’artista locale Gabriele Viviani. L’opera, destinata al cavaliere e al sestiere vincitori della Quintana, si eleva ben al di là di una mera rappresentazione estetica, incarnando un messaggio di speranza e di protezione in un’epoca segnata da crescenti inquietudini.Viviani, con una ricerca iconografica impeccabile, ha attinto a piene mani dal patrimonio artistico locale, reinterpretando con maestria la celebre tavola trecentesca di Francescuccio di Cecco Ghissi custodita nella chiesa di Sant’Agostino. L’immagine centrale è dominata dalla figura solenne della Madonna, avvolta in un manto azzurro che irradia un senso di rifugio e di consolazione. Sotto questa protezione celeste si dispiegano i cavalieri giostranti, figure dinamiche e coraggiose, immerse in un contesto che trascende la competizione sportiva.L’elemento più suggestivo del Palio è senza dubbio la pioggia di gocce purpuree, metafore visive dei mali che affliggono l’umanità. Questa scelta, come sottolineato dal professor Stefano Papetti, curatore delle collezioni comunali, richiama l’iconografia della Madonna della Misericordia, diffusa nel Quattrocento, che accoglie sotto il suo manto i fedeli, offrendo loro riparo dalle calamità celesti. La scelta di utilizzare il colore purpureo, tradizionalmente associato al lutto e al sacrificio, amplifica il messaggio di compassione e di speranza.Il volo delle colombe, elementi luminosi e pacifici, incornicia la composizione, simboleggiando l’anelito a una tregua, a un cessate il fuoco nei conflitti che dilaniano il mondo. Il Palio si configura, in questo senso, come un’invocazione alla pace, un monito contro l’escalation militare e un appello alla responsabilità dei potenti.Viviani, illustrando il Palio, lo ha descritto come un abbraccio materno, un manto ideale che avvolge l’intera comunità ascolana, un atto d’amore che trascende la temporalità. La chiesa di Sant’Agostino, maestosa e luminosa, si staglia sullo sfondo come una “Porta Santa”, un luogo di redenzione e di speranza, testimone silenziosa della corsa e del suo significato profondo. La competizione, per i cavalieri, non è solo una sfida atletica, ma un rito di passaggio, un omaggio alla tradizione e un atto di devozione.Parallelamente, i giovani della Cooperativa Ama Aquilone hanno realizzato il palio dedicato alle esibizioni degli sbandieratori, un ulteriore elemento di festa e di spettacolo che accompagna le celebrazioni in onore della Madonna della Pace, arricchendo il tessuto culturale e religioso della città. Il Palio, in definitiva, rappresenta un’esperienza comunitaria complessa e ricca di significati, capace di evocare emozioni profonde e di rafforzare il senso di appartenenza alla comunità ascolana.
Il Palio di Ascoli: arte, devozione e un messaggio di pace.
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