Nel cuore delle Marche, a Apiro, si cela una vicenda che intreccia fede, storia e diritto internazionale: la dispersione e la potenziale restituzione del Sacramentario di San Domenico Loricato, un tesoro manoscritto risalente all’XI secolo, comunemente noto come Messaletto di Frontale. La sua scomparsa, avvenuta un secolo fa dalla chiesa di Sant’Anna, ha segnato un vuoto nel patrimonio culturale locale e nazionale, lasciando una ferita che solo la sua restituzione può rimarginare.Il Sacramentario, opera di inestimabile valore artistico e storico, rappresenta una testimonianza fondamentale della liturgia e della cultura religiosa nel Medioevo. La sua perdita, un atto di profanazione, suscitò subito un’eco di dolore e preoccupazione. Il successivo percorso di indagine, condotto con meticolosità da monsignor Quinto Domizi e dallo storico Raoul Paciaroni, rivelò un destino inatteso: il manoscritto era finito nelle collezioni della Pierpont Morgan Library di New York, un’istituzione prestigiosa ma, in questa circostanza, custode di un bene sottratto al suo luogo d’origine.L’individuazione del Sacramentario negli archivi americani diede il via a una complessa e articolata azione legale, volta a ristabilire la giustizia e a riconsegnare il volume alla comunità marchigiana. Il procedimento giudiziario, protrattosi per anni e articolato in tre gradi di giudizio, ha concluso con una sentenza definitiva di confisca, sancendo il diritto italiano alla restituzione del bene culturale.Tuttavia, la materializzazione di questa sentenza si scontra con la complessità del diritto internazionale e la necessità di un’intesa formale tra i governi italiano e statunitense. La restituzione di opere d’arte e manufatti storici, specie quando si tratta di beni dispersi in seguito a eventi storici complessi, richiede un delicato equilibrio tra la tutela del patrimonio culturale, il rispetto delle leggi nazionali e la promozione di relazioni diplomatiche costruttive.L’intera vicenda del Sacramentario di San Domenico Loricato non è solo una questione di diritto e di politica internazionale, ma anche un profondo monito sulla fragilità del patrimonio culturale e sull’importanza di una vigilanza costante e di una collaborazione transnazionale per la sua protezione. La speranza è che, attraverso un dialogo aperto e costruttivo, si possa giungere a una soluzione che permetta al Messaletto di Frontale di ritrovare finalmente la sua casa, arricchendo di nuovo il tesoro artistico e spirituale delle Marche. La sua presenza nel territorio rappresenterebbe un simbolo potente di risarcimento e di rinascita culturale, un’eredità preziosa per le generazioni future.
Il Sacramentario di Apiro: Fede, Storia e una Restituzione Difficile
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