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mercoledì 19 Novembre 2025

Jesi risuona con Pergolesi: *L’Olimpiade* tra memoria e nuova visione.

Un’eco di Pergolesi: *L’Olimpiade* risuona a Jesi, tra memoria e visioneIl Teatro Pergolesi di Jesi si appresta a riaccendere i riflettori su un tesoro dimenticato del Settecento: *L’Olimpiade*, dramma per musica di Giovanni Battista Pergolesi, in una nuova produzione targata Fondazione Pergolesi-Spontini.

L’evento, in cartellone il 21 e il 23 novembre, non solo celebra il compositore jesino, ma commemora anche il ventennario dalla scomparsa di Francesco Degrada, figura chiave nella riscoperta e comprensione della sua opera, e curatore, insieme a Claudio Toscani, dell’edizione critica che costituisce la base di questa rappresentazione.

L’opera, andata in scena originariamente al Teatro di Tordinona di Roma nel 1735, poco prima della tragica e prematura scomparsa del compositore a soli 26 anni, trae ispirazione dal libretto di Pietro Metastasio, autore prolifico il cui ingegno ha dato vita a opere di Cimarosa e Vivaldi.
Questa condivisione di base mette in luce un aspetto cruciale del teatro musicale dell’epoca: la preminenza del racconto.

La trama, veicolo primario della narrazione, relegava in secondo piano l’esplorazione psicologica dei personaggi e la trasposizione in strutture musicali complesse.

L’enfasi era sul testo, sul suo ritmo e sulla sua eleganza, elementi che trascendevano le caratteristiche fisiche e interpretative degli artisti.
Questo si traduceva nella prassi diffusa di ruoli affidati a cantanti del sesso opposto, un fenomeno noto come *en travesti*, che contribuiva a una certa fluidità di genere tipica del palcoscenico settecentesco.

Nonostante una relativa scarsità di rappresentazioni nel corso del tempo, *L’Olimpiade* ha goduto di una certa popolarità per l’utilizzo di alcune sue pagine in “pasticci” o opere di altri compositori, destinate sia a esecuzioni domestiche che a concerti.

L’opera si configura come un poema a lieto fine, un’ode all’amicizia e alla giovinezza, espressa attraverso una musica di vivace freschezza e raffinatezza.
La visione registica di Fabio Cerasa, in questa nuova produzione, colloca l’azione nel contesto storico delle Olimpiadi di Berlino del 1936, creando un suggestivo dialogo tra l’estetica razionalista dell’epoca e la solenne monumentalità del mondo classico.

Il cast si articola attorno a figure emblematiche: Theodora Raftis incarna Megacle, l’eroe olimpico simbolo di lealtà e purezza, mentre José Maria Lo Monaco interpreta Licida, l’intellettuale sensibile e acuto, suo fedele amico.

Silvia Frigato dà vita alla temeraria Argene, e Carlotta Colombo incarna la fragile e resiliente Aristea.

Anicio Giorgi Giustiniani interpreta il re Clistene, dilaniato dal dolore per la perdita del figlio, mentre Mattero Straffi assume il ruolo di Aminta, il saggio precettore di Licida.

Francesca Ascioti interpreta Alcandro, il fedele servitore di Clistene, artefice di una redenzione inattesa, e completa il quadro il direttore d’orchestra Giulio Prandi, maestro indiscusso del repertorio antico, affiancato dalle scenografie e dai costumi di Bruno Antonetti e Giulia Negrin.“*L’Olimpiade* non è un’opera d’amore convenzionale, bensì una celebrazione dell’amicizia, un affetto fraterno che si eleva a cuore pulsante di una vicenda corale e profondamente interiore,” afferma Cerasa.

“È un teatro dell’equilibrio e della grazia, dove l’errore trova redenzione e la verità si manifesta senza ferire.

È un poema sulla vulnerabilità umana, sulla nobiltà dei sentimenti e sul miracolo di una forma che, come i giochi olimpici che l’hanno ispirata, ricerca nell’armonia il segreto dell’eterno.

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