La Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno celebra un connubio inaspettato e fecondo con l’esposizione “Il nome della rosa” di Milo Manara, un evento che si configura come un ponte tra letteratura, fumetto e arte visiva.
La mostra, aperta al pubblico fino al 23 novembre, non è semplicemente un omaggio al Maestro Manara, figura emblematica del fumetto italiano che compie ottant’anni, ma anche una riflessione profonda sull’eredità duratura e l’impatto culturale del romanzo di Umberto Eco, giunto a celebrare il suo quarantesimo anniversario.
Manara, con la sua cifra stilistica inconfondibile, intrisa di sensualità, dinamismo e una meticolosa attenzione al dettaglio, affronta l’impresa di tradurre visivamente l’intellettualismo e la complessità del capolavoro ecoiano.
La sua interpretazione, lungi dall’essere una mera trasposizione illustrativa, si propone come un dialogo artistico, un’esplorazione delle ombre e delle luci che avvolgono la storia del monaco Guglielmo da Baskerville.
L’esposizione non si limita a presentare le tavole realizzate da Manara per l’edizione illustrata del romanzo, ma offre una prospettiva più ampia, integrando schizzi preparatori, bozzetti e studi che rivelano il processo creativo dell’artista.
Si possono così seguire le sue scelte compositive, le sue riflessioni sui personaggi, il suo tentativo di cogliere l’atmosfera medievale intrisa di mistero e di sapere proibito che permea l’opera di Eco.
“Il nome della rosa” di Umberto Eco è un romanzo poliedrico: un giallo medievale, una riflessione sulla conoscenza, una satira accademica, un’indagine sulla fede e sulla ragione.
Manara, con la sua arte, cerca di rendere visibile questa molteplicità, di tradurre in immagini la densità concettuale del testo.
La sua interpretazione non è esaustiva, ovviamente, ma offre una nuova chiave di lettura, un percorso visivo che stimola la riflessione e invita a riscoprire la ricchezza del romanzo ecoiano.
La mostra rappresenta un’occasione unica per apprezzare non solo il talento di Milo Manara, uno dei maestri indiscussi del fumetto italiano, ma anche per meditare sul potere dell’arte di interpretare e reinterpretare la letteratura, creando un dialogo continuo tra passato e presente, tra parole e immagini.
L’evento sottolinea, inoltre, come il fumetto, spesso relegato a un ruolo di intrattenimento leggero, possa diventare un potente strumento di indagine culturale e di approfondimento letterario, capace di raggiungere un pubblico vasto e diversificato.






