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Nino Caffè: Ritorno a Pesaro, un Genio Grottesco da Riscoprire

Nino Caffè: Un Ritratto Grottesco di un’Epoca, Ritorno a Pesaro dopo Cinquant’anniPesaro si appresta a onorare la memoria di Nino Caffè, figura enigmatica e irriverente del panorama artistico italiano, a cinquant’anni dalla sua scomparsa.
La mostra, curata da Mariastella Margozzi, si configura come un’occasione imperdibile per riscoprire e rileggere la sua opera, svelando le complesse sfumature di un artista che ha saputo coniugare la tradizione pittorica con un’acuta satira sociale e religiosa.

L’evento, inaugurato il 7 agosto alle ore 19:00 presso i Musei Civici di Palazzo Mosca, coincide con l’apertura della nuova ala museale, un ulteriore segno di riconoscimento per un artista spesso relegato a una lettura superficiale.

La mostra, che raccoglie un corpus di 65 dipinti, ambisce a superare l’immagine stereotipata del “pittore dei pretini”, un soprannome che, pur sottolineando una parte significativa della sua produzione, non esaurisce la ricchezza e la complessità del suo universo artistico.

Attraverso un’analisi critica e approfondita, l’esposizione intende collocare Caffè nel contesto più ampio della cultura italiana del suo tempo, un’epoca segnata da profonde trasformazioni politiche, sociali e morali.
L’importanza dell’evento per la città di Pesaro è sottolineata dall’assessore alla cultura, Daniele Vimini, che evidenzia il lungo e ponderato lavoro profuso per realizzare una mostra di tale portata, scegliendo deliberatamente Nino Caffè come protagonista dell’apertura della nuova ala museale.

L’integrazione con una sezione dedicata al Novecento pesarese, concepita come rotazione semipermanente, arricchisce ulteriormente l’offerta culturale del complesso museale.

Claudio Olmeda, presidente della Fondazione Pescheria, sottolinea il prestigio internazionale dell’artista, testimoniato dalla presenza delle sue opere in importanti collezioni museali, tra cui quella di Giovanni Spadolini, una delle più rinomate al mondo.

Questa mostra rappresenta un’occasione unica per ammirare da vicino un artista che ha lasciato un segno indelebile nel panorama artistico italiano.
La curatrice Margozzi pone l’accento sull’importanza di questo ritorno a distanza di cinquant’anni, un arco temporale che coincide con un periodo cruciale per l’Italia, gli anni trenta e quaranta, contrassegnati da profondi sconvolgimenti e da un clima di incertezza.
La pittura di Caffè, con la sua capacità di interpretare l’identità italiana attraverso la lente irriverente della satira religiosa, riscosse un enorme successo a livello internazionale negli anni cinquanta e sessanta, catturando l’attenzione di collezionisti provenienti da tutto il mondo, in particolare dagli Stati Uniti.

Il suo immaginario, a tratti grottesco e sempre acuto, seppe incarnare l’immagine di un’Italia profondamente radicata nelle sue tradizioni, ma allo stesso tempo capace di autoironia e di spirito critico, un mix di elementi che ha affascinato il mondo.

La mostra si preannuncia, dunque, come un viaggio suggestivo nel tempo, alla scoperta di un artista capace di interrogare la realtà con sguardo pungente e originale.

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