Le recenti indagini archeologiche condotte a Potenza Picena (Macerata), nell’ambito del progetto di riqualificazione di piazza Matteotti, hanno restituito un quadro storico e antropologico di inestimabile valore, gettando nuova luce sulla stratificazione culturale del territorio.
L’intervento, gestito sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, ha svelato testimonianze materiali che coprono un arco temporale millenario, dal periodo preromano fino all’età moderna, confermando l’importanza strategica del sito fin dall’antichità.
Gli scavi hanno portato alla luce resti di strutture murarie pertinenti a un complesso religioso, identificabile come l’antica Pieve di Santo Stefano.
Questa costruzione, la cui esistenza è documentata a partire dal X secolo d.
C.
, ha rappresentato un fulcro religioso e sociale per la comunità locale per quasi nove secoli, prima di essere demolita nel 1796 per consentire l’ampliamento della piazza comunale, una decisione formalmente sancita da documenti d’archivio conservati a Fermo.
La sua progressiva trasformazione nel tempo e la sua definitiva scomparsa testimoniano i cambiamenti urbanistici e le priorità amministrative che hanno caratterizzato l’evoluzione di Potenza Picena.
L’indagine archeologica ha permesso di repertoriare un numero significativo di sepolture, offrendo un’opportunità unica per lo studio delle pratiche funerarie e della demografia della popolazione nel corso dei secoli.
L’analisi dei corredi funebri, ove presenti, potrebbe rivelare dettagli preziosi sulle credenze religiose, le usanze sociali e le condizioni di vita degli individui interrati.
Il ritrovamento di numerosi reperti archeologici, dislocati in contesti sia primari che secondari, ha arricchito il patrimonio conoscitivo sulla presenza umana nel territorio.
Questi manufatti, che spaziano dalla ceramica ai metalli, dai frammenti di architetture ai resti di attività artigianali, offrono una finestra privilegiata sulle dinamiche economiche, produttive e culturali che hanno modellato la storia di Potenza Picena.
Particolarmente significativa è la presenza di ampi strati contenenti frammenti ceramici risalenti al periodo preromano (VI-III secolo a.
C.
).
Questi reperti, sebbene non associati a strutture archeologiche definite, suggeriscono l’esistenza di un insediamento piceno sul colle che domina la città.
Questa ipotesi, corroborata da altre evidenze storiche e archeologiche, colloca Potenza Picena all’interno di una rete di comunità picene che hanno prosperato in questo territorio prima della conquista romana.
La ceramica, in particolare, offre indicazioni preziose sulle tecniche di produzione, le rotte commerciali e gli scambi culturali che legavano queste comunità.
Il completamento dei lavori di scavo e la successiva sistemazione della piazza, prevista per il mese di settembre, consentirà la piena fruibilità dello spazio pubblico, integrandola con i risultati della ricerca archeologica e valorizzandone il significato storico e culturale per la comunità.
Il progetto, lungi dall’essere una semplice riqualificazione urbana, si configura come un’occasione unica per promuovere la conoscenza del patrimonio archeologico locale e per rafforzare l’identità culturale di Potenza Picena.
L’interpretazione dei dati raccolti, attraverso la creazione di percorsi didattici e l’organizzazione di attività di divulgazione, sarà fondamentale per trasmettere alle nuove generazioni il valore inestimabile di questa eredità storica.