La sedicesima edizione di “Teatri senza frontiere”, progetto internazionale nato dal Marameo Festival del Teatro Ragazzi di Fermo, si appresta a concludere il suo percorso in Ucraina, lasciando un’eredità di speranza e di arte in un territorio segnato da profonde ferite.
Quattordici spettacoli teatrali, offerti a scuole, centri di accoglienza per profughi e orfanotrofi, luoghi di vulnerabilità individuati in collaborazione con la Chiesa Greco Cattolica di Lviv, hanno rappresentato un’oasi di gioia e di cultura per i più giovani.
L’edizione 2025 ha visto la partecipazione di sei regioni italiane, offrendo un calendario fitto di cento eventi, che hanno saputo celebrare la potenza del teatro come strumento di crescita, di aggregazione e di evasione.
L’orizzonte futuro del progetto è ambizioso: nel 2026, “Teatri senza frontiere” intende portare la sua missione in Palestina, un territorio che condivide con l’Ucraina una storia di sofferenza e di desiderio di rinascita.
L’attore fermano Marco Renzi e il documentarista Ruggero Ratti hanno accompagnato questo viaggio, testimoniando in prima persona l’impatto emotivo e culturale del progetto.
La loro missione non si è limitata alla semplice esecuzione di spettacoli teatrali; si è trattato di offrire un momento di sollievo, di conforto e di condivisione per bambini e ragazzi che vivono in un contesto di guerra e di incertezza.
“C’è stata un’onda di affetto e di partecipazione che ha attraversato ogni incontro,” racconta Renzi, sottolineando l’importanza di questo legame emotivo che si è creato tra gli artisti e il pubblico.
Un’esperienza così intensa, così profondamente umana, rischia di essere erosa dalla routine burocratica e dalle logiche di finanziamento che spesso avvolgono il mondo del teatro.
Per questo è fondamentale proteggere e custodire questo valore, riscoprire le vere motivazioni che spingono gli artisti a dedicarsi a questo mestiere.
Il progetto ha ricevuto il sostegno del Seminario dello Spirito Santo di Leopoli, guidato dal Rettore Padre Ihor Boyko.
L’esperienza ha lasciato un segno indelebile anche nel cuore di Ratti, che porta con sé un’immagine potente e commovente: quella del cimitero di Leopoli, un luogo di memoria e di dolore.
La nuova sezione, dedicata alle vittime della guerra, si apre su un paesaggio di fiori, ma i volti delle donne, che passeggiano tra le tombe con i loro figli, raccontano una storia di perdita e di sofferenza che non può essere dimenticata.
È in questi momenti che la brutalità della guerra riemerge con forza, ricordandoci che, anche nelle città, la vita può essere fragile e precaria.
“Teatri senza frontiere” lascia in Ucraina un pezzo del suo cuore, con la speranza di poter ritornare, magari quando il conflitto sarà finalmente finito, per continuare a riempire il palcoscenico di storie, di sorrisi e di speranza, accogliendo quante più persone possibili.
La missione del teatro, in questo contesto, trascende l’intrattenimento; diventa un atto di resilienza, un inno alla vita e un ponte verso un futuro di pace.