domenica, 6 Luglio 2025
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Vanvitelli a Ancona: storia, innovazione e eredità duratura.

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Ancona, crocevia di storia e innovazione, si configura come scenario privilegiato dell’UlisseFest, un’occasione per ripercorrere il contributo imprescindibile di Luigi Vanvitelli (1700-1773) e la sua profonda influenza sul tessuto urbano e culturale della città. La pubblicazione degli atti del convegno internazionale del 2023, presentata dalla direttrice della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei, e dalle assessore Marta Paraventi e Chiara Biondi, offre una chiave di lettura inedita sulla figura dell’architetto, proiettando una luce nuova sulla sua eredità.Il percorso guidato promosso dall’amministrazione comunale svela le opere vanvitelliane che ancora oggi plasmano il paesaggio anconetano. Dalla Mole Vanvitelliana, un esempio straordinario di ingegneria idraulica e fortificazioni, un’isola artificiale che un tempo ospitava un lazzaretto, alla chiesa del Gesù, concepita come una suggestiva quinta teatrale a vista mare, fino alla radicale riprogettazione del porto, il lavoro di Vanvitelli rappresenta una tappa fondamentale per comprendere la successiva realizzazione della Reggia di Caserta, una monumentale impresa che ha ridefinito il concetto di residenza principesca. La reggia, con la sua estensione di oltre 130.000 mq, le 1.200 stanze, i quattro cortili, il teatro, la cappella e un parco di 123 ettari ampliato da un bosco di 76, non è soltanto un edificio, ma un’opera d’arte che celebra il potere e l’ingegno borbonico.L’ingegneria idraulica alla base della reggia, frutto di studi approfonditi sulle correnti marine documentati in numerosi studi, permise la realizzazione di giardini spettacolari con cascate e fontane alimentate dall’acquedotto Carolino. Quest’opera monumentale, lunga 38 km, non serviva unicamente la reggia, ma un’intera rete di 47 edifici, testimoniando una visione integrata di sviluppo territoriale e sostenibilità ambientale, concetti molto in anticipo sui tempi.Figlio del celebre pittore vedutista Gaspar van Wittel, Vanvitelli ereditò la passione per l’arte del disegno e sviluppò un’eclettica formazione umanistica e scientifica. La sua carriera lo vide impegnato in progetti scenografici per il Teatro della Pace e il Capranica a Roma, oltre a opere pittoriche come gli affreschi e la pala d’altare delle reliquie di Santa Cecilia.Vanvitelli fu un architetto all’avanguardia, un precursore della sostenibilità ambientale, coniugando ingegneria, scenografia e musica. La presenza di un’area per i musicisti nello scalone della Reggia di Caserta, un’innovazione che arricchiva l’esperienza degli ospiti, ne è una testimonianza eloquente. Il suo stile, collocato in un periodo di transizione tra il barocco e il rococò e anticipando il neoclassicismo, si caratterizzò per un rigore nella progettazione e un’attenzione particolare all’organizzazione dei cantieri, spesso trascurati, con conseguente aumento dei costi. La sua personalità era contraddistinta da un carattere bonario e combattivo, capace di sopportare le critiche e di perseguire con determinazione la propria visione artistica.La dinastia vanvitelliana, con tre figli che divennero architetti di fama, testimonia la trasmissione di un’eredità culturale e professionale di straordinaria importanza. Anche i progetti non realizzati, come la facciata di San Giovanni in Laterano e la Fontana di Trevi, rivelano la sua originalità e la sua capacità di reinterpretare i canoni architettonici dell’epoca, lasciando un’eredità preziosa di un artista capace di integrare architettura, pittura e decorazione in un’armonia perfetta. Il suo contributo non si limita a opere edilizie, ma si estende a una visione complessiva del territorio e alla promozione di un modello di sviluppo sostenibile e culturalmente ricco.

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