Il primo semestre del 2025 proietta un’ombra preoccupante sulla sicurezza nei luoghi di lavoro delle Marche, con un incremento significativo delle denunce relative a infortuni e, ancor più drammaticamente, delle decessi.
I dati Inail rivelano un’impennata a 8.473 infortuni, segnando un aumento dell’1,42% rispetto alle 8.375 registrate nel corrispondente periodo del 2024.
Questo si traduce in una media di 42 segnalazioni giornaliere, un segnale di una crescente fragilità del sistema di prevenzione.
Tuttavia, il dato più allarmante riguarda le vittime sul lavoro.
Si contano dieci incidenti mortali, un aumento del 42,9% rispetto ai sette del 2024.
Di questi, ben otto si sono verificati direttamente all’interno delle strutture aziendali, sottolineando una carenza strutturale nella tutela della vita dei lavoratori.
L’andamento marchigiano si discosta nettamente dalla tendenza nazionale, che mostrava una relativa stabilizzazione o addirittura una lieve diminuzione degli infortuni e delle morti.
Questa divergenza solleva interrogativi urgenti sulle specifiche dinamiche socio-economiche e settoriali che caratterizzano la regione.
Potrebbero essere in gioco fattori come la composizione demografica della forza lavoro, l’età media dei lavoratori, la prevalenza di determinate attività produttive ad alto rischio, l’adozione di tecnologie innovative ma potenzialmente pericolose in assenza di adeguata formazione, o ancora una possibile erosione degli investimenti nella sicurezza e nella manutenzione delle attrezzature.
È cruciale analizzare a fondo le cause di questo peggioramento.
Non si tratta semplicemente di un numero, ma di vite spezzate e di famiglie distrutte.
Un’indagine approfondita, che coinvolga rappresentanti sindacali, associazioni datoriali, esperti di sicurezza e funzionari pubblici, è indispensabile per individuare le criticità e implementare misure correttive mirate.
Queste misure dovrebbero andare oltre la mera conformità normativa, promuovendo una cultura della sicurezza diffusa, che coinvolga attivamente tutti gli attori aziendali, dalla direzione ai singoli lavoratori.
L’analisi dei settori più colpiti è fondamentale per indirizzare gli interventi.
È possibile che specifici comparti produttivi, come l’edilizia, l’agricoltura o l’industria manifatturiera, presentino una maggiore incidenza di infortuni e decessi.
In questi casi, è necessario sviluppare protocolli di sicurezza specifici, rafforzare i controlli e promuovere la formazione continua dei lavoratori.
Inoltre, è essenziale monitorare attentamente l’impatto delle nuove tecnologie e delle modalità di lavoro flessibili sulla sicurezza.
L’introduzione di robot, intelligenza artificiale e piattaforme digitali può aumentare l’efficienza e la produttività, ma anche creare nuovi rischi se non vengono adottate adeguate misure di prevenzione.
La situazione delle Marche rappresenta un campanello d’allarme per l’intero Paese, un monito a non abbassare la guardia nella tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, un imperativo morale e un investimento per il futuro.
La prevenzione, la formazione e il costante aggiornamento delle normative sono gli strumenti fondamentali per contrastare questa tendenza e garantire un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso per tutti.