venerdì 1 Agosto 2025
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Beko, addio ReS a Fabriano: taglio posti e delocalizzazione in Turchia.

Il 25 agosto segna una cesura significativa per il panorama industriale fabrianese e per il settore degli elettrodomestici in Italia.

La Beko, erede di una storia industriale radicata nel territorio, annuncia l’attivazione di ammortizzatori sociali al 90% per il personale impiegato nel settore della ricerca e sviluppo, un reparto che ha rappresentato un motore cruciale di innovazione per l’azienda.
La decisione, lungi dall’essere una novità improvvisa, si configura come un’attuazione di quanto già delineato in un accordo stipulato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
L’accordo prevede una riorganizzazione interna che si traduce in una drastica riduzione del personale amministrativo, con una diminuzione del 41%, passando da un organico di 503 a un numero ridotto a 297.
Questa contrazione impatta direttamente su 206 posizioni, con particolare riferimento alle 50 unità che operavano nel settore della ricerca e sviluppo, situato in via Campo Sportivo.

Questo reparto, un tempo cuore pulsante dell’innovazione di Indesit, ora vedrà i propri laboratori dismessi, segnando la fine di un’era.
Nonostante la riorganizzazione, una ventina di figure specializzate, con competenze specifiche nell’ambito dell’elettronica, rimarranno attive all’interno dell’azienda.

Tuttavia, la funzione cruciale della ricerca e sviluppo verrà trasferita interamente in Turchia, un paese che beneficia di politiche governative di sostegno diretto e consistente alle spese in ricerca e sviluppo.

Questo trasferimento, come sottolinea la sindaca Daniela Ghergo, rappresenta la dolorosa conclusione di un importante centro di innovazione, con un impoverimento del know-how nazionale e un progressivo marginalizzazione del territorio italiano.

La situazione solleva interrogativi profondi sul futuro dell’industria italiana e sulla capacità del Paese di competere in un contesto globale sempre più competitivo.

La perdita di competenze specialistiche e la delocalizzazione di funzioni strategiche come la ricerca e sviluppo rischiano di compromettere la capacità di innovazione del sistema paese.

La sindaca Ghergo esprime la speranza che le persone coinvolte nella riorganizzazione possano trovare nuove opportunità lavorative nel distretto fabrianese, evitando così l’abbandono del territorio.

Questa sfida cruciale sarà al centro di un tavolo di lavoro convocato per l’8 agosto, con la partecipazione della Regione Marche, dove si discuteranno soluzioni urgenti per mitigare l’impatto sociale ed economico di questa profonda trasformazione industriale.
La necessità di una politica industriale nazionale capace di sostenere l’innovazione e la competitività delle imprese italiane si fa sempre più pressante.

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