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venerdì 24 Ottobre 2025

Beko Italia: Allarme sindacale sul Piano Industriale e rischio delocalizzazioni

La progressiva erosione delle promesse contenute nel Piano Industriale 2025-27, pilastro dell’accordo quadro siglato il 14 aprile 2025 sotto l’egida del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con la partecipazione congiunta del Ministero del Lavoro, delle Regioni e delle istituzioni locali territoriali, e del supporto di Invitalia, solleva interrogativi profondi sulle reali intenzioni del management di Beko Italia.
Il coordinamento nazionale Fim-Fiom-Uilm-Uglm lancia un allarme severo, evidenziando come la politica aziendale, negli ultimi sei mesi, si sia concentrata quasi esclusivamente sulla riduzione dei costi attraverso un’accelerazione delle uscite di personale e un drastico alleggerimento delle risorse destinate all’organizzazione del lavoro e all’innovazione.

L’accordo, concepito come una piattaforma di crescita e sviluppo, è stato sostanzialmente svilito da un’azione aziendale che ritarda sistematicamente l’avvio degli investimenti concordati, sia in termini di ammodernamento dei processi produttivi, sia in termini di sviluppo di nuovi prodotti.
L’attesa di un’applicazione concreta del piano di investimento da 300 milioni di euro si protrae, alimentando un clima di crescente incertezza.

I volumi produttivi, in particolare in quei segmenti identificati come aree strategiche per il futuro aziendale, mostrano un trend negativo.

I timori, concreti e fondati, riguardano la potenziale delocalizzazione di lavorazioni, almeno parzialmente, verso la Polonia e la permanenza di altre attività negli stabilimenti turchi, con evidenti implicazioni per l’occupazione e la filiera italiana.

Si segnalano inoltre pratiche di rotazione del personale impiegatizio, gestite in modo improprio, che disorganizzano il lavoro e deteriorano il clima aziendale.

I percorsi di aggiornamento professionale, essenziali per supportare l’introduzione di attività più innovative ed efficienti, rimangono inesplorati.
L’acquisizione di Whirlpool, inizialmente presentata come un’opportunità di sviluppo industriale, rischia di essere percepita come un mero esercizio di acquisizione di quote di mercato, con una visione miope che trascura il valore del capitale umano e del know-how italiano.

Il coordinamento sindacale chiede con urgenza una data di incontro con il MIMIT, che il Ministero si è impegnato a fissare entro la prima metà di novembre.

Per questa occasione, verrà presentata una dettagliata analisi, sito per sito e divisione per divisione, delle carenze negli investimenti, delle criticità relative alla saturazione delle linee produttive strategiche e dei tagli alle risorse destinate alla ricerca e sviluppo.
Si denuncierà, inoltre, la mancanza di confronto istituzionale nella gestione delle uscite volontarie del personale, evidenziando come questa mancanza di trasparenza e dialogo stia minando la fiducia dei lavoratori e mettendo a repentaglio la sostenibilità del progetto industriale.
L’obiettivo è quello di riaffermare il ruolo strategico del territorio italiano all’interno del gruppo Beko, promuovendo un modello di sviluppo basato sull’innovazione, sulla qualità del lavoro e sulla condivisione dei benefici.

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