L’agroalimentare biologico italiano continua a delineare una traiettoria di crescita robusta, segnando nei primi quattro mesi del 2025 un incremento del volume delle vendite pari al 2,64% e un balzo del 4,4% in termini di valore.
Questo dato, analizzato durante il convegno “L’agricoltura biologica si rafforza con la cooperazione”, promosso da Fedagripesca Confcooperative e arricchito dall’intervento del Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, evidenzia un trend positivo replicato anche a livello europeo, con Germania e Regno Unito che registrano rispettivamente un +10% e un +8%.
Tuttavia, la crescita non è esente da sfide, e il dibattito si concentra sull’esigenza di affinare la consapevolezza dei consumatori, soprattutto tra i giovani, stimolati all’acquisto ma spesso privi di una comprensione approfondita dei principi e dei benefici dell’agricoltura biologica.
Gabriele Canali, dell’Università Cattolica di Milano, ha sottolineato come l’evoluzione del settore richieda un investimento strategico in ricerca e innovazione, in grado di rispondere alle mutevoli esigenze del mercato e di dissipare le ambiguità che spesso si intersecano tra certificazione biologica e altre pratiche sostenibili.
La proliferazione di etichette e approcci diversificati rischia di confondere il consumatore e di diluire il significato stesso della produzione biologica.
Un ruolo cruciale, in questo contesto, è attribuito all’aggregazione.
Le cooperative, in particolare, si dimostrano fondamentali per fornire assistenza tecnica specializzata agli agricoltori, garantendo loro accesso a competenze e risorse che altrimenti rimarrebbero inaccessibili.
L’aggregazione facilita inoltre l’accesso ai mercati esteri, superando le barriere burocratiche e logistiche che spesso ostacolano le piccole e medie imprese.
L’introduzione del Marchio Italiano Biologico, frutto di un concorso pubblico promosso dal Masaf, rappresenta un’opportunità per rafforzare l’identità e la riconoscibilità dei prodotti biologici italiani.
La sua adozione volontaria da parte delle aziende sarà un indicatore chiave del suo effettivo impatto sul mercato.
Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca, ha concluso con un appello all’integrazione, evidenziando come l’agricoltura convenzionale e quella biologica non debbano essere percepite come modelli antagonistici, bensì come segmenti di un’offerta diversificata.
L’agricoltura italiana, in ogni sua declinazione, si distingue per la sua attenzione all’ambiente, come testimoniato dai bassi livelli di residui di fitofarmaci rilevati nei prodotti immessi sul mercato.
Un approccio olistico e una visione d’insieme, che tenga conto delle peculiarità di entrambi i modelli, appaiono imprescindibili per garantire la sostenibilità e la competitività del settore agroalimentare italiano, con un’attenzione particolare alle politiche agricole comunitarie e al supporto all’aggregazione come strumento per affrontare le sfide del mercato globale.