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sabato 8 Novembre 2025

Costi energetici alle stelle: l’Italia soffoca, la Spagna no.

L’esasperante disparità nei costi energetici che affligge il nostro paese rappresenta un ostacolo insormontabile alla ripresa industriale e alla prosperità nazionale.
La situazione, che vede la Spagna pagare un prezzo di 25 euro a megawattora mentre noi, in Italia, ne affrontiamo uno di 115, non può essere più ignorata o minimizzata.
Questa divergenza, come ha evidenziato il presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini, durante l’assemblea generale di Confindustria Pesaro Urbino, incide drammaticamente sulla competitività delle nostre imprese, erodendo il vantaggio comparativo che un tempo ci contraddistingueva.

Questa realtà economica impone una riflessione profonda sulle cause di tale squilibrio.

Non si tratta semplicemente di un fattore contingente, ma il risultato di un complesso intreccio di politiche energetiche, infrastrutturali e regolamentari che hanno contribuito a creare una situazione di svantaggio strutturale.

La dipendenza da fonti energetiche estere, la lentezza nell’implementazione di fonti rinnovabili e la burocrazia che frena gli investimenti sono tutti elementi che aggravano la situazione.
L’imminente decreto sull’“energy release”, pur rappresentando un segnale positivo, non può essere considerato una soluzione definitiva.

Orsini ha giustamente sottolineato l’urgenza di misure strutturali di ampio respiro, che vadano oltre le soluzioni tampone e delineino una visione strategica a lungo termine – idealmente triennale – per il settore energetico.

Un approccio miope, focalizzato solo sull’emergenza, rischia di perpetuare la dipendenza e l’incertezza.

Il rilancio dell’economia italiana si fonda su tre pilastri fondamentali, interconnessi e imprescindibili: una revisione oculata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che sappia allocare risorse in modo più efficiente e mirato; un sostegno concreto e tempestivo alle imprese, attraverso misure di defiscalizzazione e incentivi all’innovazione; e, soprattutto, un’azione decisa e risolutiva per ridurre drasticamente il costo dell’energia.

La riduzione del costo dell’energia non è solo una questione economica, ma un imperativo per la salvaguardia del tessuto produttivo nazionale e per la creazione di posti di lavoro.
Riacquistare competitività significa restituire alle imprese la possibilità di investire, innovare e creare valore, generando un circolo virtuoso di crescita e prosperità.
È un investimento nel futuro del nostro paese, che non possiamo più rimandare.

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