A Macerata, città universitaria nel cuore delle Marche, la spesa per l’affitto immobiliare incide pesantemente sul bilancio familiare, assorbendo quasi un terzo delle risorse disponibili.
Uno studio recente condotto dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil ha evidenziato come Macerata si posizioni al vertice della regione per quanto riguarda i canoni di locazione, superando Pesaro (880 euro), Ascoli Piceno (800 euro), Ancona (668 euro) e Fermo (523 euro).
Questa disparità non è un mero dato statistico, ma riflette una problematica strutturale che affligge il territorio marchigiano e che si fa sentire con particolare acuità nella città universitaria.
L’analisi, incentrata su immobili di circa 100 mq, classificati come abitazioni civili (A/2) ed economiche (A/3), situati in zone semi-centrali dei capoluoghi di provincia, rivela una situazione complessa.
Pur registrando un lieve calo degli affitti a Macerata (-6%), questa diminuzione non è sufficiente a mitigare la pressione finanziaria sulle famiglie.
Anzi, si verifica in un contesto regionale caratterizzato da un aumento generalizzato dei canoni, alimentando una crescente emergenza abitativa.
Questo fenomeno, come sottolinea Andrea Catalani, responsabile dell’Uniat Marche, l’associazione degli inquilini della Uil, non è un caso isolato.
Sebbene Ancona si mantenga in linea con la media nazionale (+5%), le altre città marchigiane mostrano un aumento più marcato: Ascoli Piceno (+8%), Fermo (+7%) e Pesaro (+10%).
Tale incremento riflette dinamiche complesse, che spaziano dalla scarsa offerta di alloggi a prezzi accessibili alla crescente domanda, soprattutto da parte di studenti universitari e giovani lavoratori.
La difficoltà di accedere a un alloggio dignitoso e a costi sostenibili si configura come un fattore di disparità sociale, limitando le opportunità di realizzazione personale e professionale, in particolare per le nuove generazioni.
L’abitazione non è solo un bene materiale, ma un elemento fondamentale per la costruzione del proprio progetto di vita, un punto di partenza per l’integrazione sociale e l’accesso ad altri servizi essenziali.
La Uil, attraverso l’Uniat Marche, ha ripetutamente sollecitato le istituzioni locali a intervenire con politiche mirate, proponendo l’apertura di un tavolo di confronto per affrontare in modo strutturale il problema.
Tuttavia, finora, queste richieste sono rimaste inascoltate, evidenziando una lacuna nella capacità delle istituzioni di rispondere alle reali esigenze del territorio.
L’accesso alla casa dovrebbe essere riconosciuto come un diritto fondamentale, e non come un privilegio riservato a pochi, e le politiche pubbliche dovrebbero orientarsi verso la promozione di un sistema abitativo più equo e inclusivo.
L’immobilismo attuale rischia di acuire le disuguaglianze e di compromettere il futuro del territorio marchigiano.