venerdì 19 Settembre 2025
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Crisi calzaturiera: Fermo, serve svolta radicale.Alternativa più breve:Calzaturiero Fermo: emergenza e futuro.

Il settore calzaturiero marchigiano, e in particolare quello concentrato nel Fermano, si trova a fronteggiare una fase di profonda crisi, un campanello d’allarme sollevato con forza dalle organizzazioni sindacali Filctem Cgil Fermo e Femca Cisl Marche.
L’attuale scenario non si configura come una semplice congiuntura negativa, ma rivela debolezze strutturali intrinseche al modello produttivo locale, rischiando di compromettere un comparto cruciale per l’economia regionale.
I dati sull’export, che mostrano un calo significativo del 12,4% nel primo semestre, sono emblematicamente eloquenti e testimoniano una perdita di competitività che necessita di analisi approfondite.
Si percepisce, a detta dei sindacati, una tendenza a optare per soluzioni palliative, interventi tampone che, pur alleviando temporaneamente le difficoltà, non affrontano le cause profonde della crisi.

È imperativo, pertanto, la costruzione di un nuovo paradigma produttivo, un modello in grado di rispondere alle sfide globali con strategie innovative e durature.

La provincia di Fermo, storicamente ancorata alla filiera calzaturiera, necessita di una trasformazione radicale, abbandonando approcci tradizionali e abbracciando un futuro improntato alla sostenibilità, all’innovazione tecnologica e alla valorizzazione delle competenze locali.

La chiave di questa trasformazione risiede in una sinergia virtuosa tra il mondo accademico e il tessuto imprenditoriale.

Il Fermo Technology Lab, potenziato e ampliato, dovrebbe diventare un polo di attrazione per la ricerca, lo sviluppo e il trasferimento tecnologico, mettendo a disposizione delle imprese strumenti e conoscenze all’avanguardia.
Un approccio collaborativo tra università, centri di ricerca e aziende potrebbe stimolare la creazione di nuovi prodotti, processi produttivi più efficienti e modelli di business sostenibili.
Oltre all’innovazione tecnologica, è fondamentale una revisione delle dinamiche produttive e di marketing. Le aziende devono ripensare le loro strategie di comunicazione, adottare canali di vendita digitali e investire nella formazione del personale, sviluppando competenze trasversali e specializzazioni mirate.

Il branding del territorio, la valorizzazione delle eccellenze artigianali e la promozione di un’immagine distintiva sono elementi cruciali per riconquistare competitività sui mercati internazionali.

Un’ulteriore priorità è la modernizzazione delle infrastrutture, migliorando l’accessibilità del territorio e incentivando nuovi investimenti.

L’istituzione di una filiera dei diritti, che garantisca il rispetto delle norme sul lavoro, la sicurezza e l’ambiente, potrebbe rafforzare la reputazione del distretto marchigiano come modello di legalità e responsabilità sociale.

La contrattazione di secondo livello, inoltre, rappresenta uno strumento essenziale per promuovere una più equa distribuzione della ricchezza prodotta, contrastando le disparità salariali che, nella provincia di Fermo, si attestano ai livelli più bassi della regione e ben al di sotto della media nazionale.

Un salario dignitoso e condizioni di lavoro adeguate sono fattori cruciali per attrarre e trattenere talenti, stimolando la produttività e il benessere della comunità.

In definitiva, la rivitalizzazione del settore calzaturiero marchigiano richiede un impegno corale e una visione strategica a lungo termine, orientata alla sostenibilità, all’innovazione e alla valorizzazione del capitale umano.

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