L’emorragia di presidi bancari nelle Marche, documentata dall’Osservatorio nazionale First Cisl, dipinge un quadro allarmante di progressiva marginalizzazione economica e sociale.
Nel corso di un anno, il numero di cittadini marchigiani costretti a vivere in comuni privi di filiali bancarie è aumentato di oltre 23.000 unità, raggiungendo la cifra di 102.000 persone.
Questo dato, di per sé significativo, si aggrava considerando l’impatto sul tessuto produttivo regionale: ben 1.600 aziende in più si ritrovano isolate dal sistema bancario, portando il totale delle imprese penalizzate a 7.700.
Questa contrazione della presenza bancaria non si limita a una questione di mera accessibilità ai servizi finanziari.
Il problema è ben più profondo e interviene direttamente sulla vitalità economica delle comunità locali.
Per le piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia marchigiana, la chiusura delle filiali rappresenta un argine significativo all’accesso al credito, elemento cruciale per la crescita, l’innovazione e la creazione di posti di lavoro.
La difficoltà di ottenere finanziamenti si traduce in ritardi nei pagamenti, limitazione degli investimenti e, in alcuni casi, rischio di chiusura aziendale.
Il segretario generale First Cisl, Mario Raimondi, sottolinea come questa tendenza abbia ripercussioni pervasive, non solo sui cittadini, ma soprattutto sulla tenuta del sistema economico locale.
L’abbandono dei territori da parte delle banche configura una forma di desertificazione finanziaria che mina la capacità delle comunità di svilupparsi e competere.
L’Osservatorio First Cisl si pone come strumento di analisi e sensibilizzazione, con l’obiettivo di stimolare un dibattito pubblico costruttivo e sollecitare interventi politici mirati.
La sfida è quella di ripensare un modello bancario più attento alle esigenze dei territori marginali, capace di garantire servizi finanziari essenziali e di sostenere la crescita delle piccole e medie imprese, fattori imprescindibili per la prosperità economica e la coesione sociale delle Marche e, più in generale, dell’Italia.
È necessario promuovere soluzioni innovative, come l’utilizzo di tecnologie digitali e la creazione di sportelli bancari mobili, per colmare il divario infrastrutturale e garantire che le comunità locali non siano sacrificate sull’altare della massimizzazione del profitto.
La questione non è solo economica, ma anche di equità sociale e di difesa del diritto ad accedere ai servizi bancari.