A sei mesi dalla firma dell’accordo sindacale, siglato sotto l’egida del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e nato in risposta alla complessa vertenza Fedrigoni, il quadro della riorganizzazione industriale in corso a Fabriano (Ancona) presenta luci e ombre.
La chiusura della società Giano, specializzata nella produzione di carte per ufficio, ha lasciato un vuoto occupazionale che coinvolge 173 dipendenti, di cui 63 risultano tuttora non ricollocati.
A fronte di questi numeri, si segnalano 10 dimissioni, 100 ricollocazioni – prevalentemente all’interno degli altri stabilimenti marchigiani del Gruppo Fedrigoni – e una situazione articolata con 15 dipendenti in distacco, 43 in cassa integrazione straordinaria (con scadenza a fine anno) e 5 in congedo.
Durante l’incontro con l’Assessore regionale al Lavoro, Stefano Aguzzi, e i rappresentanti sindacali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Carta e Stampa, i vertici del Gruppo Fedrigoni hanno riconosciuto la delicatezza del contesto industriale nazionale, caratterizzato da una generale contrazione del settore cartario.
Pur auspicando un impatto sociale zero entro il 2025, come formalmente concordato a livello ministeriale, l’azienda ha sottolineato la necessità di un approccio strategico e diversificato.
In particolare, si punta alla riattivazione del settore della carta sicurezza, un’area di business con potenziale di crescita, prevista per il periodo post-estivo.
Sono stati inoltre confermati i corsi di formazione previsti dall’accordo, con avvio fissato per la metà di settembre, mirati a fornire ai lavoratori competenze spendibili in diversi ambiti.
Le istanze provenienti dalle organizzazioni sindacali sono state mirate e puntuali.
Al centro del dibattito, la richiesta di un Piano Industriale dettagliato, trasparente e con una visione di medio termine, in grado di fornire chiarezza sulle future strategie aziendali e prospettive di sviluppo.
Viene sollecitata la sospensione immediata di qualsiasi operazione di cessione di asset, come la linea F3 e le macchine da taglio di Rocchetta, fino a quando non sarà conclusa la relativa vertenza.
L’attesa per una data precisa di implementazione del business security rimane elevata, così come l’urgenza di investimenti concreti e mirati, capaci di garantire la stabilità occupazionale e la crescita competitiva del comparto.
Infine, viene invocata una convocazione urgente di un tavolo ministeriale presso il Mimit, per attivare tutti gli strumenti di supporto disponibili e scongiurare qualsiasi forma di esubero.
La delicatezza della situazione e la presenza di 63 lavoratori ancora da ricollocare impongono una gestione tempestiva e responsabile, richiedendo scelte strategiche e una costante attenzione alle esigenze del territorio e dei lavoratori coinvolti.
Il tempo a disposizione è cruciale e la collaborazione tra azienda, sindacati e istituzioni regionali e nazionali si configura come l’elemento chiave per superare le attuali sfide e garantire un futuro sostenibile per il settore cartario marchigiano.