Franco Moschini, figura emblematica del Made in Italy, si è spento a Tolentino all’età di 91 anni, lasciando un vuoto inestimabile nel panorama imprenditoriale e culturale italiano.
La sua eredità trascende i confini di una singola azienda, Poltrona Frau, che ha guidato con visione e lungimiranza per oltre cinquant’anni, elevandola da storico marchio a icona globale del design e dell’artigianato di lusso.
Tolentino, città che aveva adottato con affetto, lo saluta con profondo cordoglio, riconoscendogli un contributo incommensurabile alla sua crescita e al prestigio nazionale.
Il sindaco Mauro Sclavi ha sottolineato come Moschini incarnasse un raro connubio di acume imprenditoriale, profonda cultura e un’intelligenza che ha saputo interpretare e anticipare i cambiamenti del mercato globale.
La parabola ascendente di Poltrona Frau, sotto la sua guida, non fu semplicemente una storia di successo commerciale, ma una testimonianza della forza del design italiano e del suo saper fare.
Moschini, con un coraggio innovativo, ha saputo re-interpretare l’identità classica del marchio, proiettandolo verso un’estetica contemporanea e un appeal internazionale.
La sua visione si è concretizzata in una trasformazione radicale, che ha reso Poltrona Frau sinonimo di eleganza senza tempo, qualità artigianale impeccabile e un’eccellenza riconosciuta in ogni angolo del mondo.
Ma la figura di Moschini non si limita alla sua abilità imprenditoriale.
Era un uomo di passioni, profondamente legato alla sua terra e alla cultura italiana.
Appassionato di musica, amante della natura, come sottolineato da Luca Cordero di Montezemolo, era un uomo attento agli altri, un vero e proprio mecenate che ha sostenuto iniziative culturali e artistiche di rilevanza nazionale, affiancando Poltrona Frau a festival prestigiosi come “I Due Mondi” e Ravello.
Moschini ha compreso l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio artigianale italiano, incentivando il coinvolgimento delle maestranze e promuovendo un modello di produzione basato sulla qualità, l’innovazione e la sostenibilità.
Ha instillato un profondo senso di orgoglio nel lavoro, creando un ambiente in cui ogni artigiano si sentiva parte di un progetto più grande, volto a realizzare opere uniche, vere e proprie icone del design mondiale.
La sua eredità è un monito e un esempio per le future generazioni di imprenditori italiani: un invito a credere nel valore del bello, nel potere della cultura e nell’importanza di preservare il “saper fare” che rende l’Italia un Paese unico al mondo.
La sua scomparsa segna la fine di un’era, ma la sua influenza continuerà a ispirare e a guidare il percorso del Made in Italy verso il futuro.