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mercoledì 12 Novembre 2025

Marche: crollano 471 imprese, ma spunti di resilienza emergono

Nei primi nove mesi del 2025, il tessuto economico marchigiano ha subito una contrazione significativa, con una perdita di 471 imprese attive, un dato che riduce il numero complessivo da 131.749 a 131.278.

L’analisi congiunta degli uffici studi di Confartigianato e Cna Marche, basata sui dati Infocamere Movimprese, rivela una contrazione generalizzata, particolarmente accentuata nei settori del commercio (-536 unità), della manifattura (-403) e dell’agricoltura (-313).
All’interno del comparto manifatturiero, la filiera calzaturiera emerge come una delle più vulnerabili, con ben 147 chiusure che ne segnano un punto di fragilità cruciale.
Tuttavia, a contrastare questa tendenza negativa, si osservano segnali di resilienza e crescita in settori specifici.

L’edilizia, nonostante la fine del Superbonus 110, dimostra una notevole capacità di adattamento, con un incremento di 57 imprese, spinte dagli appalti relativi alla ricostruzione post-evento sismico e dalla necessità di interventi di riqualificazione energetica.
Anche i settori dell’alloggio e della ristorazione (+86), delle attività finanziarie e assicurative (+152), del settore immobiliare (+190) e dei servizi alle imprese (+115) registrano una crescita, suggerendo una diversificazione produttiva in atto.

L’analisi per forma giuridica evidenzia una decrescita nelle società di persone (-519), nelle imprese individuali (-453) e nelle cooperative e consorzi (-122), mentre le società di capitali mostrano un aumento (+623).
Questo dato, apparentemente contrastante, potrebbe indicare un processo di evoluzione strutturale del sistema produttivo marchigiano, con una crescente adozione di modelli societari più complessi e capitalizzati, a fronte della progressiva difficoltà di sopravvivenza delle micro e piccole imprese individuali e delle società di persone, spesso caratterizzate da una maggiore esposizione al rischio e da minori capacità di investimento.

Come sottolineano i segretari regionali Moreno Bordoni (Cna) e Gilberto Gasparoni (Confartigianato), la trasformazione societaria potrebbe aver contribuito a spiegare parte di queste cessazioni, ma non elimina la necessità di interventi mirati.

Le associazioni di categoria propongono un confronto urgente con il Presidente della Regione Francesco Acquaroli e l’Assessore Regionale allo Sviluppo Economico, Giacomo Bugaro, per presentare i dati e avviare un dialogo costruttivo.
L’obiettivo è identificare azioni concrete per sostenere le imprese artigiane e di piccole dimensioni, puntando su un approccio strategico che includa l’estensione della Zona Economica Speciale a tutta la regione, il potenziamento delle infrastrutture viarie e telematiche, un accesso facilitato al credito attraverso il sostegno ai consorzi fidi e una significativa semplificazione della burocrazia, fattori cruciali per promuovere la competitività e stimolare la crescita economica a lungo termine.
La nuova legislatura dovrà affrontare queste sfide con un piano di sviluppo condiviso e orientato al futuro, con l’obiettivo di rafforzare il tessuto produttivo marchigiano e garantire la sua prosperità nel contesto economico globale in continua evoluzione.

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