Le Marche mostrano un quadro economico complesso, caratterizzato da una dinamica occupazionale in espansione che contrasta nettamente con una stagnazione, se non addirittura un lieve declino, delle retribuzioni medie.
Questa dicotomia, analizzata nel rapporto “Sguardi sulle Marche” elaborato dalla Cisl e divulgato oggi presso l’Università Politecnica delle Marche, a sottolineare le sfide strutturali che la regione sta affrontando.
L’incremento dell’occupazione, pur positivo, non si traduce in un miglioramento del potere d’acquisto per i lavoratori.
Il rapporto evidenzia come la crescita dell’impiego, seppur in settori specifici, non compensi la pressione al ribasso sui salari.
Questa situazione solleva interrogativi fondamentali sulla qualità dell’occupazione generata e sulla sua sostenibilità nel lungo termine.
Un’analisi più approfondita rivela che la crescita occupazionale è spesso concentrata in settori a basso valore aggiunto e con una forte componente di contratti a termine o part-time involontario.
Questi impieghi, sebbene contribuiscano a ridurre il tasso di disoccupazione, offrono spesso salari inferiori alla media regionale e limitano le opportunità di crescita professionale.
La diminuzione delle retribuzioni, d’altra parte, può essere attribuita a diversi fattori.
La concorrenza globale, la flessibilizzazione del mercato del lavoro, la scarsa contrattualizzazione e la frammentazione delle relazioni industriali, unitamente alla pressione per la riduzione dei costi da parte delle imprese, contribuiscono a erodere il valore del lavoro.
L’inflazione persistente, inoltre, aggrava ulteriormente il problema, riducendo il reale potere d’acquisto dei salari.
Il rapporto Cisl “Sguardi sulle Marche” non si limita a descrivere la situazione, ma propone anche alcune piste di intervento.
Tra queste, si evidenzia la necessità di rafforzare la contrattazione collettiva, promuovere la formazione professionale e incentivare le imprese a investire in qualità del lavoro e in innovazione tecnologica.
È cruciale, inoltre, sostenere le piccole e medie imprese, motore dell’economia regionale, fornendo loro strumenti finanziari e assistenza tecnica per favorire la crescita e l’adozione di pratiche più sostenibili e inclusive.
Inoltre, il rapporto suggerisce un ripensamento delle politiche di welfare, orientate a proteggere i lavoratori più vulnerabili e a garantire un reddito minimo adeguato.
L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di creare un mercato del lavoro più equo, che premi la produttività e la professionalità, e che contribuisca a ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche all’interno della regione.
La sfida, per le Marche, è quella di trasformare la crescita occupazionale in una vera e propria opportunità di sviluppo per tutti i cittadini.