La decisione della Consulta regionale della pesca delle Marche apre ufficialmente la stagione di raccolta del mosciolo, la pregiata cozza selvatica che caratterizza le acque del Conero, per entrambe le categorie di pescatori: professionisti e sportivi. Un atto di fiducia, sottolinea l’assessore regionale alla Pesca marittima, Andrea Maria Antonini, che riflette la profonda conoscenza del settore da parte di chi quotidianamente agisce in mare. La decisione, presa all’unanimità, si fonda sulla consapevolezza che la sostenibilità della risorsa è intrinsecamente legata alla responsabilità di chi la gestisce direttamente.Tuttavia, l’entusiasmo per la riapertura convulsa con un campanello d’allarme. L’amministrazione comunale di Ancona, rappresentata dal sindaco Daniele Silvetti, e la comunità scientifica, esprimono preoccupazione per l’impatto di una raccolta intensiva, esacerbata da un contesto di mutamento climatico che sta mettendo a dura prova l’ecosistema marino. La cozza, infatti, è particolarmente vulnerabile agli effetti dell’aumento della temperatura delle acque, all’acidificazione degli oceani e alle alterazioni dei cicli riproduttivi.La Regione Marche ha recentemente stanziato 300.000 euro a sostegno del settore della pesca, riconoscendo le difficoltà economiche che il comparto ha dovuto affrontare. L’assessore Antonini ribadisce la sua fiducia nella capacità dei pescatori di operare in modo responsabile, bilanciando le necessità economiche con la salvaguardia della risorsa. La pesca sarà dunque limitata, con l’obiettivo di garantire una produzione sostenibile nel tempo, evitando pratiche che potrebbero compromettere il futuro del mosciolo e, di conseguenza, il lavoro di chi ne dipende. “Se si agisce in modo dannoso, ci si ritroveranno presto senza un lavoro,” ammonisce l’assessore.L’impegno della Regione non si esaurisce in misure di sostegno economico. Un ulteriore investimento di 300.000 euro è destinato alla ricerca scientifica, finalizzata a comprendere meglio le dinamiche dell’ecosistema e a sviluppare strategie di gestione più efficaci. Un elemento cruciale di questo programma è l’installazione di una boa di monitoraggio al largo di Ancona, che fornirà dati preziosi sulla qualità dell’acqua, sulla salute del mosciolo e sullo stato generale delle specie ittiche presenti. Questi dati, frutto di analisi costanti e approfondite, serviranno a orientare le decisioni future e a garantire una gestione sempre più consapevole e sostenibile del patrimonio ittico marchigiano. La sfida è complessa: conciliare le esigenze economiche con la tutela di un bene comune fragile e prezioso.
Mosciolo: riapre la stagione, ma con un campanello d’allarme.
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