lunedì 28 Luglio 2025
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Nuovo Patto Stato-Contribuente: Semplificazione e Compliance Fiscale

L’amministrazione guidata da Giorgia Meloni ha delineato un nuovo paradigma nella gestione del rapporto tra Stato e contribuente, distanziandosi dalle pratiche consolidate e mirando a un approccio che bilancia sostegno alla correttezza con ferma repressione dell’evasione e dell’elusione fiscale.
Questa riprogettazione, come evidenziato dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo durante l’evento “Spazio Made in Italy”, mira a trasformare un sistema percepito come inefficiente e gravoso, inaugurando una fase di maggiore collaborazione e trasparenza.

La criticità preesistente, come sottolineato, risiedeva nella prolungata durata e complessità dei procedimenti di accertamento, con un’inaccettabile saturazione del sistema giudiziario civile, costantemente appesantito da dispute tributarie.
La montagna di cause tributarie pendenti presso la Corte di Cassazione, che ancora oggi rappresenta una porzione significativa del carico di lavoro civile, testimoniava le profonde inefficienze strutturali del modello precedente.
La risposta dell’esecutivo si articola in una strategia tripartita, orientata a un intervento *ex ante* volto a prevenire contestazioni e a incentivare la conformità fiscale.

Il fulcro di questa strategia è rappresentato dall’implementazione e dall’ampliamento del “concordato preventivo”, uno strumento che consente ai contribuenti, in possesso di specifici indici di affidabilità fiscale (ISA), di definire in via bonaria l’ammontare delle imposte dovute, godendo di una tassazione agevolata e, soprattutto, evitando il rischio di future contestazioni.
I risultati preliminari di questa iniziativa sono incoraggianti: l’anno scorso, quasi 200.

000 contribuenti hanno aderito al concordato preventivo, uscendo dalla zona grigia delle incertezze fiscali e accedendo a una maggiore prevedibilità.
Questo numero rappresenta un incremento significativo rispetto al passato, quando l’amministrazione finanziaria riusciva a monitorare e intervenire su un numero molto più limitato di soggetti.
L’obiettivo più ampio è quello di creare una cultura della compliance fiscale, in cui i contribuenti percepiscano non solo l’obbligo di adempiere ai propri doveri tributari, ma anche i benefici derivanti da un rapporto di fiducia e trasparenza con l’amministrazione finanziaria.
Questo approccio, lungi dall’essere una semplice misura di clemenza, si configura come un investimento strategico per la crescita economica e la stabilità finanziaria del Paese, rafforzando la percezione di equità del sistema tributario e incentivando l’onesto adempimento degli obblighi fiscali.

La modernizzazione del rapporto Stato-cittadino, in questo contesto, passa attraverso la semplificazione, la certezza del diritto e un’interazione proattiva, piuttosto che reattiva, con il contribuente.

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