L’industria marchigiana, nel primo trimestre dell’anno, ha riscontrato un rallentamento, seppur contenuto, con una diminuzione dell’attività produttiva attestatasi all’1,2%. Questo andamento, analizzato dal Centro Studi di Confindustria Marche, prosegue la tendenza al ribasso iniziata alla fine del 2022, pur con una decelerazione meno marcata rispetto alle turbolenze economiche che avevano caratterizzato gli anni precedenti.Nonostante la contrazione industriale, l’attività commerciale ha mostrato una resilienza inaspettata, con una crescita moderata rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo dato alimenta l’ottimismo di una possibile inversione di tendenza nei trimestri successivi, suggerendo una potenziale ripresa dinamica a medio termine.Il contesto economico globale rimane tuttavia complesso e gravido di incertezze. Le politiche economiche restrittive implementate dagli Stati Uniti, unitamente all’evoluzione geopolitica internazionale – segnata da conflitti e tensioni commerciali – esercitano una pressione significativa sul tessuto industriale. La maggior parte dei settori produttivi ha registrato una situazione sostanzialmente stabile, con alcune eccezioni positive, a eccezione del comparto moda, che ha evidenziato un andamento negativo.L’inizio del 2025 ha visto una ripresa dell’attività commerciale, sia sul mercato interno che in quello estero, offrendo un segnale incoraggiante per il futuro. Tuttavia, persistono debolezze strutturali in alcuni settori chiave, in particolare nella moda, ma anche nella lavorazione della gomma e della plastica. La meccanica e l’industria del legno e dell’arredamento mostrano segnali di un modesto recupero, mentre il settore alimentare conferma la sua solidità e la sua capacità di generare valore.La percezione degli imprenditori marchigiani è improntata all’ottimismo cauto. Pur riconoscendo le difficoltà attuali, si intravedono miglioramenti nelle prospettive di ripresa per il settore manifatturiero nel corso del 2025. Come sottolinea il presidente di Confindustria Marche, Roberto Cardinali, si confermano le criticità in specifici comparti, come quello calzaturiero, ma emergono anche performance incoraggianti in settori come l’alimentare, il legno-arredo e la farmaceutica. La sfida cruciale rimane quella di recuperare competitività, affrontando le criticità legate alla burocrazia e ai costi energetici, per consentire alle imprese italiane di competere efficacemente sul mercato europeo. In parallelo, si sottolinea l’importanza di sostenere gli investimenti, sia privati che pubblici, a tutti i livelli, attraverso un piano straordinario che metta al centro il rilancio dell’industria, come proposto dal Presidente Orsini. La necessità di un intervento strutturale è supportata dai dati economici e dalla crescente incertezza che grava sugli investimenti e sulle esportazioni. L’evoluzione futura dell’economia marchigiana dipenderà dalla capacità di affrontare queste sfide con determinazione e lungimiranza, creando le condizioni per una crescita sostenibile e inclusiva.
Rallentamento industriale in Marchigiane: ottimismo cauto e sfide all’orizzonte.
Pubblicato il
