La crescente preoccupazione per la salute degli ecosistemi marini adriatici e la necessità di una transizione verso pratiche ittiche più responsabili hanno portato alla luce il progetto “Reti in Circolo”, un’iniziativa innovativa finanziata dalla Fondazione Cariverona e presentata durante il laboratorio “Intrecci Sostenibili” presso il Museo Omero di Ancona.
L’evento, organizzato da Wayouth e rivolto agli studenti del Liceo Rinaldini, ha mirato a sensibilizzare le nuove generazioni sulle sfide ambientali e a promuovere soluzioni concrete per la gestione sostenibile dei rifiuti derivanti dall’attività della marineria locale.
Il fulcro del progetto è la creazione di un centro specializzato per la raccolta, lo stoccaggio e il riciclo delle reti da pesca, in particolare quelle realizzate in poliammide 6 (Nylon 6).
Questa fibra sintetica, ampiamente utilizzata nel settore per la sua resistenza e durabilità, rappresenta un problema significativo a causa della sua estrema lentezza di degradazione nell’ambiente marino: la sua persistenza può superare i 400 anni, contribuendo in modo sostanziale all’accumulo di microplastiche e alla compromissione della biodiversità.
Attualmente, circa 10 tonnellate di queste reti vengono annualmente destinate alla raccolta indifferenziata, un percorso che aggrava ulteriormente l’impatto ambientale.
Il centro di recupero, frutto di una collaborazione strategica tra produttori di reti e l’associazione dei pescatori motopescherecci, non si propone semplicemente come un punto di raccolta, ma come un vero e proprio motore di cambiamento.
Anna Lisa Vesprini, biologa marina di Legambiente Marche, ha sottolineato come l’iniziativa si inserisca in un quadro più ampio di azioni concertate, che mirano a minimizzare l’impatto della pesca sull’ambiente e a promuovere una filiera ittica circolare.
Questo approccio circolare implica una responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti, dalla produzione al consumo, con l’obiettivo di trasformare un rifiuto in una risorsa.
Il Parco Regionale del Conero, rappresentato da Filippo Invernizzi, ha evidenziato l’importanza cruciale del coinvolgimento attivo della comunità locale nel percorso di tutela e valorizzazione del territorio.
L’iniziativa “Reti in Circolo” si configura quindi come un’occasione per educare i cittadini, sensibilizzarli alla complessità delle sfide ambientali e stimolarli ad adottare comportamenti più responsabili.
La creazione di un centro di recupero e stoccaggio non solo ridurrà la quantità di rifiuti marini, ma favorirà anche la creazione di opportunità di lavoro legate all’economia circolare e contribuirà a rafforzare il legame tra la comunità locale e il suo patrimonio naturale.
L’intero progetto si pone come un modello replicabile in altre aree costiere, offrendo una risposta concreta e innovativa alla crescente emergenza dei rifiuti marini e alla necessità di un futuro più sostenibile per il settore ittico.








