Un’azione corale di grande impatto ambientale ha recentemente illuminato le acque di Portonovo, Ancona, durante la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Un’équipe di subacquei, provenienti dalle associazioni Kòmaros Sub e Monsub, ha condotto un’operazione di pulizia delle scogliere del Trave, estraendo dal mare oltre 600 chilogrammi di rifiuti, una quantità significativa che testimonia l’urgenza di affrontare l’inquinamento marino.L’intervento, promosso dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee (Fipsas) e sostenuto da enti governativi come il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, ha rappresentato un esempio concreto di collaborazione tra istituzioni, associazioni di volontariato e aziende specializzate. La partecipazione attiva del Corpo delle Capitanerie di Porto, che ha assicurato il coordinamento delle operazioni, e del Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza, con le sue unità navali e sommozzatori altamente qualificati, sottolinea l’importanza strategica di un approccio integrato per la salvaguardia dell’ecosistema marino.L’emergenza dei rifiuti abbandonati in mare non è solo una questione estetica, ma un serio problema ecologico che minaccia la biodiversità e la salute degli oceani. La quantità di attrezzature da pesca abbandonate recuperate – reti a strascico, tramagli, nasse per seppie – evidenzia le conseguenze dell’attività antropica sull’ambiente sottomarino. Questi manufatti, spesso persistenti e non biodegradabili, possono intrappolare la fauna marina, causare danni agli habitat e compromettere la catena alimentare. Oltre a questi, la presenza di pneumatici, stivali e teli di plastica testimonia un più ampio problema di dispersione dei rifiuti solidi, spesso trasportati dalle correnti e accumulati lungo le coste.L’operazione di rimozione e trasporto a terra dei materiali recuperati è stata affidata a Garbage Group, un’azienda all’avanguardia nell’innovazione tecnologica applicata alla pulizia degli oceani. L’impiego del Pelikan System, un sistema avanzato che integra droni, veicoli subacquei a controllo remoto (ROV) e sonde parametriche, ha consentito una raccolta mirata ed efficiente dei rifiuti, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente circostante. L’integrazione di queste tecnologie dimostra un approccio proattivo e sostenibile nella lotta contro l’inquinamento marino, che guarda al futuro con soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente. L’azione, seppur mirata a una specifica area geografica, lancia un messaggio di sensibilizzazione a livello globale, invitando a una maggiore responsabilità collettiva nella tutela del patrimonio marino e alla ricerca di pratiche più sostenibili per un futuro in armonia con l’ambiente.
Subacquei ripuliscono Portonovo: 600 kg di rifiuti dal mare.
Pubblicato il
